(M. Ferretti) Dieci reti al passivo per un reparto che non solo ha cambiato diversi interpreti ma, soprattutto, modo di coprirsi rappresentano quasi un’impresa. È vero che la Roma difende di squadra, cioè con la partecipazione attiva anche di chi non è un difensore, ma non v’è dubbio che alcuni specialisti del ruolo stiano garantendo un rendimento individuale molto alto. Basti pensare a Fazio, il bomber da tre punti contro il Cagliari; oppure al nuovo Manolas o alla crescita di Juan Jesus. Ecco perché vale la pena riprendere le parole di De Rossi, sabato sera nella pancia dello stadio Olimpico. «Abbiamo sempre detto che la grande forza di una squadra in Italia è la difesa. Squadre come la Roma, la Juve e il Napoli se non prendono un gol, poi uno o più gol rischiano di farli. Il calcio in Italia si basa tanto sulla fase difensiva e quest’anno la stiamo lavorando, ci stiamo rendendo conto di come andrebbe sempre fatta. Tomei (il vice di Di Francesco, ndr) ogni giorno ci perde le ore, ma anche il mister e i giocatori lo fanno. Manolas, che era uno che andava prima a destra e poi a sinistra ma poi recuperava, quest’anno lo vedo cambiato, più attento a non sbagliare posizione e sono contento perché lui può essere fondamentale. Non ho detto che l’anno scorso questo non si faceva, l’Inter ha l’allenatore che avevamo noi e sta facendo grandi cose a livello difensivo. Ci siamo resi conto anche noi che abbiamo lavorato un pochino meno bene in passato, abbiamo fatto danni incalcolabili in maniera disordinata». Parole che non hanno bisogno di aggiunte, per capire quale sia stato il vero colpo da maestro di Di Francesco. La sua rivoluzione parte da dietro, insomma.
GLI STRANI OPPOSTI CONTRO – Alisson, poi, merita un discorso a parte. Tenere inviolata la porta nove volte su sedici, e aver raccolto tre volte il pallone alle proprie spalle dopo altrettanti tiri dagli undici metri, è la sintesi dello scintillante rendimento di un portiere che nei mesi passati aveva accettato senza fiatare il ruolo di riserva. Un segno di forza e di maturità, se ci riflettete. Si pensava, ricordate?, che la Roma senza Szczesny non avrebbe potuto giocare, invece i numeri dicono tutt’altra cosa. Compresi quelli di Champions League, con 3 clean sheet su 6. Alisson ha il record dei minuti giocati e anche quello degli NG in pagella, segno che tante volte non è stato neppure costretto a fare parate importanti. Questo perché, come dicevamo, la forza della difesa della Roma sta nell’intera fase difensiva della squadra. Che sta segnando poco, ma ancor meno sta subendo. E sabato sera allo Stadium scontro diretto tra il miglior attacco, Juventus, e la miglior difesa del campionato, Roma. E fa sorridere il pensiero che fino a poco tempo fa tutti o quasi avrebbero scommesso su altrettanti primati a maglie invertite. E la cosa, se ci pensate bene, per la Roma non è poi così male.