Paghi un derby e ne prendi due. Uno lo porti a casa subito, l’altro lo giochi all’inizio dell’anno nuovo e vale come una rivincita per un brutto ricordo da cancellare.
Il regalo del Torino è tanto granata ma pure un filo biancoceleste, che poi quando giochi contro la Roma non è mai una cattiva scelta cercarsi una motivazione in più. Mihajlovic la mente, Milinkovic-Savic il braccio, De Silvestri la freccia di un arco che sa tanto di Lazio, non foss’altro che per un passato che non si dimentica e un legame di famiglia in bella mostra.
Sapori di Toro, sapore di Lazio. A Vanja Milinkovic-Savic – scrive la Gazzetta dello Sport – sono arrivati i complimenti del fratello Sergej, che fa le fortune di Simone Inzaghi e sui social ha postato la sua esultanza, con tanto di muscoli e foto del rigore parato dal fratello. L’Italia aveva scoperto Vanja tre settimane fa con la punizione bomba sulla traversa al Carpi. Si pensò: guarda come tira questo.
E ora, dopo aver paralizzato la Roma con 13 interventi totali di cui sei fuori dal normale — nell’ordine su Under, El Shaarawy, Perotti, Gerson e Dzeko, oltre al rigore sullo stesso bosniaco —, pensi pure che non c’è solo il fumo ma anche l’arrosto. Dice Mihajlovic: «Vanja è migliorato molto, lo vedo in allenamento, può diventare un portiere importante: è bravo con i piedi, ha personalità, struttura fisica. Ha capito che non deve buttarsi subito ma restare in piedi. Sul rigore ero sicuro, l’ho detto che l’avrebbe parato a chi mi stava vicino in panchina. Ma per lui dev’essere una storia normale: su cinque rigori può pararne tre».