(E. Currò) Annunciando ieri con tono battagliero le rispettive candidature alla presidenza della Figc, Tommasi e Gravina hanno aperto la più importante campagna elettorale degli ultimi 50 anni: il 29 gennaio verrà scelto il successore di Tavecchio, travolto dalla mancata qualificazione della Nazionale al Mondiale russo. Ma proprio il presidente dell’Associazione calciatori ha confermato dopo l’infruttuoso incontro con gli altri due concorrenti – i presidenti della Lega Dilettanti Sibilia e della Lega di C Gravina – che dal 13 novembre quasi 2 mesi sono trascorsi invano: «Compito istituzionale è una risposta concreta e lungimirante a Italia-Svezia, altrimenti avremmo perso due volte».
Il 14 dovranno essere ufficializzate le candidature e per ora tutto si profila, tranne l’unità di intenti. Il voto ponderato attribuisce ai Dilettanti il peso maggiore (il 34%), alimentando i veti incrociati. Il manovratore è ancora Lotito, il padrone di Lazio e Salernitana, la cui influenza su A e B resta notevole, come quella di Tavecchio stesso, commissario uscente della Lega di A e forte tra i Dilettanti, dopo il lunghissimo regno. Oggi Lotito appoggia Sibilia. Nelle previsioni prevale il ticket Gravina-Sibilia, col secondo vicepresidente, anche se il primo non ha buoni rapporti con Lotito: in teoria Serie C e Dilettanti, insieme, possono arrivare al 51% e oltre. Tommasi, che ha un potenziale 30% (il 20 dell’Aic e il 10 degli allenatori del vicepresidente federale Ulivieri), si era detto disponibile a ritirarsi, per convergere su un nome comune, ma visto il no ha rilanciato: il calcio al centro del progetto e i calciatori protagonisti della rifondazione. Gravina lo ha attaccato: «Evoca un largo consenso che non ha».Sibilia si è allineato: «Non vedo su Tommasi un largo consenso». Il quarto incomodo super partes può spuntare in caso di mancato accordo Gravina-Sibilia: il vice commissario della A, Nicoletti, l’ex vicepresidente federale Albertini o Costacurta, cooptato nell’organizzazione dell’Europeo Under 21.
Comincia la settimana delle strategie preelettorali. A fine mese forse, si tornerà a parlare di calcio: del nuovo ct e del rilancio della Nazionale.