(S. Carina) Ricomincio da Radja. Se c’è una certezza per il big match contro l’Inter, è che Nainggolan sarà in campo. Poi che Roma sarà, che Inter troverà, se una delle due riuscirà a ripartire dopo la frenata avvenuta durante le festività, dovremo attendere la partita di domenica. Quello che è sicuro è che il belga sarà titolare. Lo ha annunciato Di Francesco qualche giorno fa, quasi fosse (per lui) una liberazione. Che il tecnico abbia provato a mediare sino all’ultimo, dopo la bravata del centrocampista a Capodanno, è un po’ il segreto di Pulcinella. Alla fine è passata invece la linea Monchi alla quale il tecnico si è adeguato, tanto da condividerne pubblicamente il principio. A scanso di equivoci: non può essere la sconfitta con l’Atalanta a far cambiare idea su una decisione che quando è stata comunicata ha trovato il consenso della maggioranza dei media e dei tifosi anche all’esterno. Tuttavia si è visto cos’è la Roma senza Nainggolan. Squadra molle, compassata, prevedibile, senza cambio di passo.
TRE PRINCIPI – Si riparte dunque da Radja. Ossia l’uomo che incarna tutto ciò che non si è visto contro Gomez e compagni. E non solo. Emulando inconsapevolmente Massimo Troisi nel capolavoro “Ricomincio da tre”, Di Francesco – mercoledì scorso a Firenze -ha tracciato la sua personale road map anti-crisi. Perché se nel dialogo centrale del film, quello con l’amico Lello Arena, Troisi annuncia di voler «ricominciare da tre, perché tre sono le cose che mi sono riuscite nella vita. Perché dovrei perdere pure queste e ripartire da zero?», Eusebio ha annunciato di esser pronto a ripartire da tre punti fermi: 1) Nainggolan 2) il 4-3-3 e 3) calciatori motivati. Dovrà farlo in quella che per lui, inevitabilmente, sarà una partita molto delicata. Il fatto che ad attenderlo ci sia Spalletti, al netto degli endorsement rispettivi pre-gara, non renderà la settimana semplice. Sia a livello personale che dando un’occhiata alla classifica. Attualmente la Roma è quinta. Deve recuperare una gara ma lo deve fare anche la Lazio che la precede di un punto. I nerazzurri invece sono tre lunghezze avanti e hanno già vinto all’Olimpico.
IERI E OGGI – Inutile continuare sull’importanza del match. Che si caratterizza anche per la disquisizione che va ormai avanti da mesi sulla posizione di Nainggolan. Non sono in pochi che ritengono che la flessione del belga sia dovuta alla diversa collocazione in campo. Posizione, guarda caso, che gli aveva trovato Spalletti (che lo avrebbe voluto con lui a Milano), capace di fargli segnare 20 reti in un anno e mezzo, utilizzandolo trequartista. Eusebio tira dritto per la sua strada. Lo preferisce mezzala. E non perché sia un integralista. La difesa a cinque, il 4-2-3-1 poco amato ma comunque utilizzato in un paio di occasioni, senza contare il 4-2-4 in corsa, sono lì a dimostrare il contrario. È semplicemente convinto che la Roma con Nainggolan intermedio ci guadagni. Ora però tocca anche a Radja. A San Siro un anno fa fu probabilmente la sua migliore performance con la maglia giallorossa. Queste, di norma, sono le sue partite. E al netto di giudizi morali che non ci competono, forse per una volta ha qualcosa da farsi perdonare.