(F. Balzani) Sembrava un aggancio con vista sorpasso, ma alla fine a ridere sono gli avversari meno amati: la Lazio che vola al 3° posto e Spalletti che mantiene il +3 su una Roma che mercoledì recupererà la sfida con la Samp. Sembrava fino a 4′ dalla fine, fino al gol di Vecino che ha vanificato i miracoli di un Alisson strepitoso e pareggiato i conti con El Shaarawy.
Sembrava appunto la fine della crisi, ma negli ultimi 20′ la Roma a San Siro è scoppiata fisicamente e mentalmente, e i cambi di Di Francesco (su tutti Peres) non hanno aiutato. «Abbiamo fatto un’ottima gara per 70′, poi la squadra è calata fisicamente e non avevo grandi possibilità di cambi in altre zone del campo ho fatto il possibile. I crampi di Gerson ed El Shaarawy hanno influito ma al di là di questo ci siamo schiacciati troppo. Non è solo colpa di Peres», si giustifica il tecnico che conquista il 1° punto in carriera contro Spalletti. Poi su Dzeko e sulle voci che lo vorrebbero al Chelsea: «Se voglio che resti? Non voglio che le mie parole siano travisate, ma è sempre sceso in campo e questo fa capire la sua importanza».
Tra assenze (De Rossi in tribuna) e voglia di novità, Di Francesco ha messo in campo un 4-1-4-1 con Strootman regista e il duo Nainggolan-Gerson a ballare le linee: «Volevo liberare Radja per dargli più metri davanti e dare profondità ad El Shaarawy. Strootman in regia era una scelta obbligata, ma in quel ruolo lo provo spesso e ha gestito benissimo la palla. Potremmo rivederlo lì». Bravo Eusebio a isolare la squadra dalle tantissime voci di mercato, ma i numeri dell’ultimo mese e mezzo sono impietosi: sei punti e appena 4 gol fatti in sei partite. «Ho richiamato la loro professionalità, non vedo l’ora finisca gennaio ma la squadra mi ha dato risposte ottime sotto questo punto di vista. Dal mercato non mi aspetto nulla, ora devo pensare a dare la forza alla mia squadra e oggi l’ho vista. È ovvio che c’è il desiderio di migliorare la squadra», ha concluso Di Francesco.
Dalla crisi non esce nemmeno l’Inter che non vince da 6 partite, ma che mantiene il posto sul treno Champions. «Meritavamo di vincere. Allison? L’anno scorso l’ho penalizzato, ma è un uomo vero e merita un grande club…», le parole di Spalletti. In tribuna Totti ha concesso autografi e abbracci, a tutti. Tranne appunto a Spalletti per il quale sono arrivati invece i cori offensivi (che hanno colpito pure Pallotta) dal settore ospiti.