(F. Schito) Tra i tabù giallorossi ce n’è uno particolarmente ingombrante. Si tratta di Daniele Orsato.
Il fischietto di Schio è una vera e propria maledizione per la Roma in questa stagione: quando le strade di De Rossi e compagni hanno incrociato quelle dell’arbitro vicentino, non è mai riuscita a vincere. Un ruolino negativo legato non solo a quando ha vestito il ruolo di direttore di gara, ma anche dietro ai monitor in qualità di Var. Ieri, a Marassi, è andato in scena l’ultimo atto di questa tragedia romanista.
Dopo un inizio che ha innervosito non poco l’undici giallorosso e in particolare Dzeko, già non particolarmente sereno visti gli scenari di mercato che lo stanno vedendo suo malgrado protagonista e ammonito dopo un quarto d’ora per un fallo su Torreira, ha proseguito invitando Di Francesco a frenare l’indole del suo centravanti. Il culmine si è verificato al termine dei primi 45′, con il guardalinee che ha prontamente segnalato un fallo di Ferrari su Strootman. Orsato ha deciso di fare di testa sua, non assegnando la punizione, e sugli sviluppi dell’azione c’è stato il fallo di mano di Kolarov che ha permesso alla Samp di passare in vantaggio dagli undici metri. Nemmeno un momento di indecisione o la volontà di fare chiarezza rivedendo l’azione nella sua interezza.
Proprio lui che fu protagonista «dall’alto» all’Olimpico in Roma-Inter, con i giallorossi in vantaggio poi recuperati dagli uomini di Spalletti: in quel caso in sala monitor c’era Orsato che, sull’1-0, si era preso la responsabilità di ritenere non falloso il contatto tra Perotti e Skriniar, comunicando a Irrati di non ricorrere al cosiddetto «on field review». Tra i precedenti di quest’anno all’Olimpico c’è stata anche Roma-Sassuolo: 1-1 il risultato finale con i gol di Dzeko e Florenzi annullati, il primo per offside del bosniaco, il secondo per un fuorigioco attivo di Under.