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Il Messaggero Vietato pensare che ci siano incolpevoli

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(M. Ferretti) Non è dato sapere, per ora, se ai piani alti della palazzina color crema del Bernardini (Boston, si sa, è lontana, molto lontana…) abbiano dato più fastidio le parole di sabato di Eusebio Di Francesco oppure i continui rifiuti di Edin Dzeko di accordarsi con il Chelsea. L’una o l’altra, sempre di una questione di soldi si tratta. Una cosa è a prova di smentita: i riferimenti di EDF al mercato, alle esigenze del Financial Fair Play hanno fatto storcere (e parecchio) la bocca a molte persone che vivono nella stanza dei bottoni sulla Laurentina (Boston, lo abbiamo detto, è lontana). Perché, si sa, il progetto non è tecnico ma economico-finanziario. Di Francesco, ragazzo sveglio, sa già alla perfezione che se non arrivasse la qualificazione in Champions il suo futuro nella Roma non sarebbe così sicuro. E così la partita contro la Sampdoria è diventata improvvisamente una prima verifica delle capacità del chiacchierone di turno, l’erede davanti ai microfoni di Zdenek Zeman 2013 e di Rudi Garcia 2016, sempre in gennaio.

UNA TRISTEZZA ASSOLUTAPrimo tempo da incubo, per la Roma. In balia della Sampdoria. Una non squadra assoluta: molle, timorosa, macchinosa, timida. Incapace di infilare due, tre passaggi come si deve di fila. EDF furibondo per il comportamento dei suoi giocatori, quelli da lui accusati di non aver fatto i compiti durante la sosta. C’è un nesso, forse, tra questo e la prestazione inguardabile del gruppo? Difficile non pensarlo. Florenzi da undici metri consegna il pallone a Viviano, ed è un altro pessimo segnale. (Non) basta il mal di gol, adesso pure il mal di rigore? Fischi, all’intervallo. Inevitabili. Un miracolo non essere sotto. Applausi ancora solo per Sant’Alisson. Fallimentari i big, soprattutto. Quelli che guadagnano un botto e che dovrebbero guidare il gruppo in difficoltà. Vampate di Roma, nella ripresa, parate di Viviano e consueti errori degli attaccanti, via via sempre più numerosi ed inefficaci. Dzeko? A Londra, già. E, dopo l’ennesima sbavatura, il gol da tre punti della Sampdoria. Logica conclusione di una prestazione, quella romanista, che chiama negativamente in causa tutti. Tutti, dalla A alla Z, colpevoli del fallimento. Nessuno tra coloro che stanno a libro paga (e chi paga) può e deve essere risparmiato. Fare classifiche di demerito è fuori luogo, perché si correrebbe il rischio – salvando qualcuno – di essere bugiardi. Il mercato sta per finire, la Roma è già finita. Da un pezzo. Complimenti. Anzi, per farci capire meglio: congratulations e felicitaciones.

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