Il momento è delicato. La Roma in tutte le sue componenti – dirigenza, staff tecnico e giocatori – ne è perfettamente consapevole, ma per sicurezza i tifosi più arrabbiati ieri si sono fatti sentire, attaccando un esplicito striscione in Viale dei Romanisti: «Giocatori indegni, presidente spia. Ora basta, andate via».
Solo ruvido folklore, certo, ma che si innesta bene con un dato statistico preoccupante: se la squadra giallorossa domani non dovesse vincere a Verona (per giunta orfano di Kean e Cerci) sarebbe la più lunga striscia di campionato senza vittorie dell’era statunitense, ovvero 7 incontri senza i 3 punti.
Il tecnico – scrive la Gazzetta dello Sport – ha provato il 4-2-3-1, con Nainggolan alto, risparmiando De Rossi. In sua assenza, la regia ha quasi sempre latitato. Gonalons contro l’Atalanta ha deluso, mentre l’adattato Strootman era piaciuto contro l’Inter e non ha convinto nella doppia sfida contro la Samp. Per questo domani – se De Rossi darà garanzie – l’olandese dovrebbe tornare a fare la mezzala, dovendosi però guardare dalla concorrenza di Pellegrini.
Intanto Nainggolan si tira fuori dal mercato: «A Roma sto benissimo, non vedo il motivo per cui dovrei andar via – spiega a Sky, in una intervista in onda oggi alle 19.15 –. Ho tutto quello che devo avere, in questi casi neanche tutti i soldi ti possono far cambiare idea. Potrei firmare a vita per la Roma, anche perché ho rinunciato a tante squadre. A meno che la società un giorno decida di cacciarmi».