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Conferenza stampa, Di Francesco: “La squadra ha la voglia giusta per vincere. Dzeko? Ora è più sereno. De Rossi non sarà convocato” (VIDEO)

Alla vigilia della trasferta a Verona contro l’Hellas, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-match. Queste le sue dichiarazioni:

Il Verona è reduce da un ottimo risultato, quali sono le insidie?

“Si è rinforzato molto in avanti, ha anche solidità con Vukovic. Davanti ha messo giocatori di struttura e gamba, è una squadra rinnovata in positivo, con un Romulo tornato ai livelli della Juventus. Sarà una partita diversa rispetto all’andata”.

Ha notato voglia di riscatto da parte del gruppo?

“Ho visto la squadra allenarsi molto bene, col pensiero e la testa giusta, la voglia di riconquistare la fiducia e la stima di chi ci circonda. Deve essere un punto di ripartenza dopo un periodo negativo”.

Su De Rossi.

“Abbiamo deciso insieme di dargli qualche altro giorno per portarlo al meglio col Benevento, non sarà convocato”.

Possibile passaggio al 4-2-3-1?

“Può essere tutto, mi posso mettere anche 5-3-2. Ho provato un paio di sistemi di gioco. Non sono abituato a mettere in campo una squadra che non sa quello che fa. Non ho tantissime soluzioni a livello di registi, ma non è detto che non possa proporre ugualmente il 4-3-3”.

È stato un sollievo vedere Dzeko ancora qui? Come sta il giocatore?

“L’ho trovato disponibile prima e più sereno e convinto adesso. Sono molto contento che il mercato sia finito”.

Può spiegare il senso delle sue parole sulle vacanze?

“Non voglio trasmettere alibi ai calciatori e nemmeno li devo creare io. Intendevo dire che nella gestione generale delle cose potevamo fare tutti qualcosa in più, quello che non mi piace è il fatto che c’è l’obbligo dei 7 giorni e il dover giocare dopo 7 giorni successivi non ti permette di mettere lavoro nelle gambe dei ragazzi. Vorrei che tutti avessero almeno 3-4 giorni in più per ricominciare o che tutti avessero meno giorni di vacanza. Abbiamo anche un pizzico di sfortuna nel trovare tanti piccoli infortuni”.

In questi giorni difficili, ha sentito la fiducia della società?

“La sento tantissimo, per quello che riguarda l’esterno mi sembra di essere tornato a quando sono arrivato. È giusto così, dobbiamo riprenderci quella stima che abbiamo avuto e possiamo farlo solo con le prestazioni. Io in primis”.

I giocatori al centro di voci di mercato hanno giurato fedeltà alla Roma. Speri di vedere questo atteggiamento sul campo?

“C’è chi può fare solo parole, come succede nei social, e c’è chi può fare qualcosa. Dobbiamo fare più che parlare. Le parole mi sono piaciute tantissimo. In questo momento i ragazzi devono amare questi colori, è questione di essere seri, professionali e di dare tutto. È lo spirito che deve accompagnare le vite di chiunque”.

Come ha trovato Jonathan Silva?

“Lo avevamo seguito anche in estate, era tra i papabili a sinistra. Mi auguro di averlo tra una quindicina di giorni, ha qualità tecniche e fisiche, può essere il futuro”.

Non crede che tutta la vicenda Dzeko possa aver creato una spaccatura tra il gruppo e la dirigenza? Come sta Schick?

“Su Schick notizie ne avrete anche voi, è stato anche un pizzico sfortunato. L’infortunio iniziale è quello più importante, il rischio della fibrosi è che ti puoi far male nelle parti più vicine. Lui ha avuto grandissima disponibilità, ha lavorato bene, peccato perché nell’ultimo allenamento ha sentito un fastidio che può diventare più grave se non ti fermi. Lunedì ricomincerà a correre. C’è grande sfortuna, mi auguro che cambi anche per lui. Per quanto riguarda Dzeko, credo che i calciatori debbano fare i calciatori e non pensare alla società. La società ha scelto, fortunatamente, di mantenere Dzeko, è una vicenda chiusa. Il ragazzo, nonostante le voci, ha avuto atteggiamenti ottimi nei confronti del gruppo, non c’è nessuna spaccatura. C’è il desiderio e la voglia di riscattarsi. Facciamo tante chiacchiere, servono realmente i fatti. Abbiamo la possibilità di ottenere l’obiettivo Champions, e siamo ancora dentro la competizione”.

Quali sono le condizioni di Perotti? Verrà data un’altra chance a Ünder? Ha un problema tattico o di ambientamento?

“Non voglio sentire numeri, sennò mi offendo io. Quando li porto io non vanno bene? È una battuta. C’è un adattamento anche per un ragazzo che viene da un campionato diverso. Cengiz è in grande crescita, il percorso non è finito. Antonucci è tornato uno che può giocare solo in primavera, secondo i giornali. Cengiz si è ambientato, comincia a capire l’italiano, può diventare un valore aggiunto per noi. Con la Sampdoria è stato sfortunato, a volte la sorte cambia il destino. Ha dimostrato di essere utile dall’inizio e a gara in corso. Mi ha dimostrato che può giocare dall’inizio, è uno dei possibili titolari. Giocherà uno tra Diego ed El Shaarawy”.

Se fosse un tifoso qualunque, cosa penserebbe della Roma? Sente il bisogno di dire qualcosa ai tifosi?

“Credo che abbiamo una tifoseria magnifica che, nonostante tutto, ci ha sempre sostenuto. La squadra ha raccolto meno di quanto meritato, ma chiedo solo sostegno, coraggio e forza. Il tifoso dice che è nato per soffrire, continueremo a farlo augurandoci di ottenere qualche risultato. È ovvio che siamo noi a doverci riguadagnare fiducia e stima”.

A prescindere dallo schieramento, per la sua filosofia di allenatore, cambiare un modulo a stagione in corsa sarebbe un’ammissione di colpa o una prova di maturità?

“Il 4-3-3 l’abbiamo fatto male nell’ultimo periodo. È una squadra di testa, momenti e situazioni. Dire che cambiare è un’ammissione di colpa non lo so, dire che diventa un difetto, non lo capisco. Faccio quello che mi sento di fare, se dovessi cambiare lo farei per il bene della Roma. Non mi fossilizzo su un giocatore o un altro. Se cambio, lo farò per portare a casa un risultato importante. Poi c’è un altro aspetto. Io posso anche cambiare, il sistema di gioco è dinamico. Non cambiano i principi di gioco. Ho vinto un campionato col 4-4-2, ho cominciato col 4-2-3-1. L’importante è non mandare in campo giocatori che non sanno dove andare”.

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