(S.Carina) – «Deve essere un punto di ripartenza». L’incipit iniziale di Di Francesco la dice lunga sul 5-2 di ieri sera. La Roma vince in rimonta, torna al quarto posto in classifica superando la Lazio, segna per la prima volta in campionato 5 reti, ma i fischi dell’Olimpico alla fine del primo tempo (con il punteggio ancorato sull’1-1) e la squadra in difficoltà sino al 2-1 di Dzeko, Eusebio non se li è dimenticati: «Siamo partiti con l’handicap. In alcuni momenti eravamo in ritardo con le uscite e molto lenti della manovra. Quando abbiamo velocizzato sono venute le cose migliori. Nei primi 45 minuti facevamo sempre due o tre tocchi in più, cercando poco gli spazi. Le cose sono migliorate nella ripresa». Nonostante l’enfasi di chi lo invita in tv ad esaltarsi per questo successo, Eusebio tiene i piedi ben saldi a terra, consapevole che la Roma ha ancora più di un problema. La difesa, ad esempio, non appare più granitica come un mese fa. Il Benevento che sino a ieri sera aveva segnato appena tre gol in trasferta (di cui 1 su azione), di colpo ne ha fatti due: «Sì i due gol presi mi danno molto fastidio», glissa il tecnico. Che però si rincuora con le reti dei suoi attaccanti: «Sulla qualità del gioco posso dire che tante volte abbiamo creato tanto e raccolto poco. Anche col Benevento abbiamo prodotto, poi cambiando qualcosa la squadra si è districata meglio. E’ importante il gol per Edin e per Defrel, che si mette sempre a disposizione. In campo i ragazzi hanno voluto che battesse lui il rigore, fa capire la considerazione che il ragazzo ha nello spogliatoio. Dzeko? Lui vive per il gol, avete visto dopo che ha segnato come è riuscito ad aiutare i compagni. Ha grandi mezzi, spesso si fa influenzare psicologicamente se non segna e non deve accadere».
LA RIVINCITA – Capitolo a parte merita Under. Due gol e un assist, sempre nel vivo del gioco, la nota più lieta della serata: «Sono contento, i giocatori importanti cambiano le partite. Nei movimenti che ha fatto, prima tirava in curva… È stato bravo lui a concretizzare al meglio ciò che gli capita tra i piedi. Qualcuno deve chiedere scusa a Monchi? Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno, oggi siamo bravi, domani meno. Dovrebbero chiedere scusa anche a me? E’ un ragazzo del ’97, che viene da un altro mondo. Non siamo abituati ad aspettare i giovani italiani figuriamoci gli stranieri. Lo dico con molta rabbia. Si punta subito il dito, prima per alcuni non poteva giocare nemmeno in Primavera. La verità sta nel mezzo, certi giocatori vanno aspettati». Il prossimo della lista, ci si augura sia Schick:«Diventerà fondamentale quando si allenerà con continuità. Un po’ di pazienza, sono certo che anche Patrik diventerà un giocatore importante». Passerella finale sulla conferma del 4-2-3-1: «Con il Verona ho scelto di spostare qualcosa nella testa dei miei calciatori, perché a volte gli attaccanti pensano che sono soli e quando non fanno gol si lamentano. Per questo motivo ho cercato di avvicinare Nainggolan a Dzeko. Col Benevento è toccato invece a Defrel, seppur in corsa, fraseggiare di più con Edin». Esperimento riuscito. I quattro gol nella ripresa lo confermano.
fonte: Il Messaggero