Per amore della rosa si sopportano anche le spine, dice un proverbio turco. Cengiz Under potrebbe farne uno sfondo per il suo smartphone, la sua rosa è una Champions League scoperta solo a febbraio, dopo sei partite (quelle del girone) passate a guardare gli altri giocare. Se non sono spine quelle, quali? Ma la rosa è sbocciata, cinque gol in quattro partite, il timbro del predestinato che all’esordio nel torneo più importante che c’è, entra dentro con la faccia di quello che «ora te lo faccio vedere io».
In Brasile invece l’approccio alla vita – e di conseguenza ai proverbi – è molto più soft. La filosofia che ne consegue è una storia del tipo «se trovi per strada un limone, fanne una caipirinha». Aspro, questo limone, come la Roma che è tornata in campo nel secondo tempo – scrive la Gazzetta dello Sport -, come se il gelo l’avesse trovato nello spogliatoio, mica fuori. E allora Alisson, che per l’occasione s’era infilato anche i sottoguanti, ha capito che una caipirinha bella e buona sarebbe stata conservare il conservabile, salvare, magari incassare anche, ma portare a casa un risultato giocabile dalle parti dell’Olimpico. Il gigante che si tuffa solo quando è necessario è riuscito a sporcare la vittoria dello Shakhtar: se le chance di passaggio del turno restano buone, è grazie ai suoi interventi, alle sue caipirinhe. Ne ha servite tante, quelle su Marlos e Taison valgono l’Oscar del barman navigato.