(K.K.) – Un cambio di modulo chiamato a gran voce da tutti, quasi come fosse un’ancora di salvezza per il bene della Roma. Da qualche settimana Eusebio Di Francesco ha quasi voluto accontentare tali richieste ‘esterne’, magari anche dopo un confronto con la dirigenza, e riproporre in campo il 4-2-3-1, sistema di gioco con cui la Roma lo scorso anno, nella seconda ‘era Spalletti‘, ha raggiunto ottimi risultati arrivando a segnare ben 90 reti in campionato.
Roma, il cambio modulo non serve. E Nainggolan ‘soffre’ ancora
Uno dei motivi principali per cui la Roma di recente è passata al 4-2-3-1 riguarda la posizione di Radja Nainggolan, che secondo molti sarebbe dovuto tornare ad agire come trequartista incursore piuttosto che insistere nel piazzarlo da mezzala. Il belga in questa posizione ibrida negli ultimi due campionati aveva fatto registrare numeri e prove eccellenti: 20 reti realizzate in un anno e mezzo, numeri quasi da centravanti per Nainggolan, che però anche con questo cambio tattico continua a ‘soffrire’. Contro lo Shakhtar è stato il peggiore in campo, molle e senza la sua solita grinta e nullo anche in fase offensiva, non dando mai una mano a Dzeko e compagni.
Di Francesco, la soluzione resta il 4-3-3
Sembra dunque che il nuovo modulo non sia così irresistibile per la manovra romanista. La soluzione allora sarebbe quella di tornare al 4-3-3, magari con qualche accorgimento in più in fase di possesso palla. Ma perché questa scelta tattica sarebbe migliore rispetto a quella che con Spalletti ha portato ad ottimi risultati? Semplice, perché lo schema di mister Di Francesco è completamente opposto da quello del suo predecessore: con il 4-3-3 la Roma è più corta, pressa generalmente gli avversari con ben 5 uomini alti sopra la trequarti, tanto da far salire anche la difesa e mandare spesso in off-side gli attaccanti rivali. Con il 4-2-3-1, che vede due mediani come De Rossi e Strootman bloccati davanti alla difesa, la Roma tende ad allungarsi, ad avere i reparti più distanti e fare meno pressione corale, soprattutto con due centrocampisti dal passo lento e cadenzato come i suddetti.
Nella gara di Kharkiv si è visto perfettamente tale difetto tattico: De Rossi e Strootman appiccicati ai 4 di difesa che raramente sono stati in grado di alzarsi, tanto da permettere allo Shakhtar di verticalizzare spesso e trovare imbucate centrali e laterali sempre insidiose. Con il ritorno al 4-3-3 inoltre vi sarebbe più copertura laterale, con le due mezzali di centrocampo più vicine ad accorciare sugli esterni offensivi avversari. E se davvero Nainggolan non migliora le sue prestazioni e non si avvicina alla porta con costanza, il passaggio al 4-2-3-1 non ha motivo di essere confermato.
GGR