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Il Messaggero «La colpa è mia e basta»

Di Francesco

(S. Carina) Stavolta c’è poco o nulla da salvare. Primo tempo compassato, reazione nulla sia dopo il primo che il secondo gol subito, Donnarumma mai chiamato in causa e quello che più preoccupa, una squadra che è sembrata svuotata.

Mentalmente e fisicamente. Al fischio finale, Di Francesco fa fatica a spiegare il ko con il Milan: «Nel primo tempo abbiamo fatto una buona gara, sopratutto difensivamente. Nella ripresa invece dopo aver subito il gol siamo un po’ svaniti e questa è una cosa che mi preoccupa. Non abbiamo avuto qualità negli ultimi 20-25 metri. Ci siamo disuniti e mi meraviglio di questo, oltre ad esserne dispiaciuto. Difetto di personalità? La sensazione avuta è questa». Nelle interviste televisive, gli gettano una ciambella di salvataggio, alludendo ad una possibile stanchezza post-Champion: «Potrebbe anche essere ma ho cambiato alcuni giocatori. Fisicamente nella ripresa ho avuto questa sensazione e la cosa mi preoccupa. Nel primo abbiamo recuperato molti palloni ma abbiamo avuto poca lucidità negli ultimi venti metri. Dobbiamo stare zitti e lavorare, io per primo. Mi prendo tutte le responsabilità».

SPOGLIATOIO COMPATTOAnalizza le scelte: «Ho inserito Schick perché ha delle caratteristiche che potevano mettere in difficoltà la difesa del Milan. Ha fatto qualche buona giocata ma in generale non ha fatto quanto doveva. Dovevamo dare di riposo a Dzeko e con la presenza di Patrick mi sarei aspettato un po’ di fantasia ma cosi non è stato. Non è una bocciatura per il ragazzo, anche perché tutta la squadra nel secondo tempo è calata. Non possiamo più permetterci passi falsi». Ancora negativa la prova di Nainggolan: «Intanto è uscito con un brutto trauma, senza un dente e gli girava un po’ la testa. Radja non sta attraversando il suo miglior momento da quando è a Roma ma abbiamo bisogno di lui. Non dipende, come avete visto dal sistema di gioco, e purtroppo con il Milan ne ho avuto la conferma».

S’irrigidisce quando gli viene chiesto se ha la sensazione che la squadra lo segua: «Domanda che sorge spontanea vedendo la ripresa ma credo e penso che i ragazzi mi seguano. Se avvertissi il contrario, farei altro». Spiega il ritorno al 4-3-3: «Siamo tornati al 4-3-3 perché se avessimo avuto soltanto due mediani avremmo sofferto maggiormente nelle ripartenze. Gattuso dice che il 4-2-4 lo ha favorito? Lo dice perché ha vinto. Comunque se tornassi indietro probabilmente inserirei un centrocampista». Ritorna sulla stanchezza palesata dalla squadra: «Vedere Perotti che porta la palla per tutto il campo non è un problema fisico ma di scelte, di tempi. I test fisici che facciamo sono positivi, poi c’è la gara e capisco che possiate avere altre sensazioni. Forse devo capire che in questo momento non abbiamo la forza di andare a prendere le altre squadre così alte». Anche perché il prossimo impegno è sabato, a Napoli.

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