(M. Ferretti) – È più esaltante sapere che il tuo portiere è costantemente il migliore in campo oppure è più deprimente constatare che il tuo portiere è sempre tanto (troppo…) impegnato? Cioè, meglio avere un portiere forte (ma forte davvero) che ti salva quasi in ogni occasione oppure uno che resta a fare lo spettatore per novanta e passa minuti? L’ideale sarebbe avere tra i pali un portiere che deve intervenire solo raramente e che quando lo fa lascia il segno. Oppure prendi Alisson. Uno che, al momento, rappresenta l’eccellenza nel suo ruolo. Uno che lo puoi impegnare venti volte a partita (è capitato…) oppure una volta sola (è capitato anche questo) e non ti tradisce mai. Un valore aggiunto per la Roma di EDF. Uno che, e fate pure gli scongiuri, nelle gare casalinghe di Champions ancora deve raccogliere un solo pallone alle sue spalle. Clean sheet contro Atletico Madrid, Chelsea e Qarabag, oltre che dodici volte in campionato. Facile pensare a lui; anzi, puntare su di lui in vista della partita di domani sera all’Olimpico contro lo Shakhtar. Se Alisson dovesse riuscire a tener chiusa la porta, le probabilità della Roma di passare il turno aumenterebbero in maniera esponenziale. Non sarà facile, però, perchè il valore degli attaccanti di Paulo Fonseca è noto: ecco perché dovranno essere bravi innanzi tutto i suoi compagni nel fargli correre pochi pericoli. L’impresa della Roma non passa solo dai piedi di Dzeko ma anche dalle mani di AB1. Di Francesco, si sa, dorme (abbastanza…) tranquillo ma, per una notte, sarebbe auspicabile per Alisson un netto NG in pagella.
Fonte: la repubblica