È uno dei pochi ad essersi salvato dal disastro dell’Argentina in Spagna, non fosse altro perché non è sceso in campo. Senza Federico Fazio la difesa di Sampaoli ha giocato «come nel campo della chiesa» (definizione di uno dei tanti, e inferociti, tifosi argentini) e allora se prima il romanista sembrava ancora in (minimo) dubbio per la Russia, adesso la sua convocazione è praticamente una certezza.
Non è uno sprinter, come invece nella Roma è il greco Manolas, ma è un punto fermo della retroguardia giallorossa e ieri è tornato a Trigoria pronto a tuffarsi in settimane che saranno a dir poco intense, per lui e per la squadra. Fazio – scrive la Gazzetta dello Sport – è il difensore centrale più impiegato in campionato da Eusebio Di Francesco, l’unico a superare i 2mila minuti. Sabato a Bologna uno tra lui e Manolas potrebbe riposare, visto che Juan Jesus non fa parte del Brasile ed è rimasto a Trigoria ad allenarsi, ma contro il Barcellona, salvo sorprese, saranno lui e Kostas a provare a fronteggiare mostri sacri come Messi e Suarez.
In ogni caso, come ha ricordato persino James Pallotta dagli States, la priorità è la partita di dopodomani, ma è innegabile come il Barcellona catalizzi il pensiero di tutti i romanisti. Lo stesso Fazio, dalla nazionale, non lo ha potuto negare: «Affrontarli è sempre bello, sia a livello personale che professionale». Fazio, quando è arrivato la scorsa stagione, magari non pensava di centrare quota ottanta presenze in neppure due anni. In campionato ha saltato appena 5 partite (di cui solo una per infortunio e una per squalifica), in Europa 4 su 20, solo in Coppa Italia il saldo è negativo perché è mancato 3 volte su 5. Partito in sordina, con la panchina nel preliminare di Champions League contro il Porto, al Comandante adesso non rinuncia più nessuno. A Trigoria lo sanno bene, la sensazione è che ora se ne siano accorti anche in Argentina.