(D. Lo Monaco) – Faceva effetto vedere Di Francesco ieri sottoporsi all’estenuante programma di interviste televisive dopo la rituale conferenza stampa. (…) L’allenatore della Roma non ha avuto neanche un cenno di nervosismo, di noia, di stanchezza, come se fosse contento di sentire ripetute all’infinito le stesse domande, mentre la squadra premeva per anticipare i tempi della cena («e a me non mi aspettano? Dai, non anticipate i tempi») e lui ogni volta ripartiva da capo a spiegare i segreti di questa Roma con lo stesso sorriso con cui un giorno rispose alla prima domanda da allenatore romanista a Trigoria. Forse non ci sono segreti, forse è questo il segreto. La partita col Barcellona resta un capolavoro assoluto nato in una notte insonne e portato poi il giorno dopo nel laboratorio di Trigoria. Sorprendere oltre forse non è possibile. Anche passare quest’ultimo turno e precipitare l’ambiente romano in una favola così stordente da risultare violenta non sarebbe più sorprendente di quel che accadde il 10 aprile all’Olimpico. Anzi, ormai in molti ci hanno fatto la bocca. E invece sarebbe buona norma volare bassi, avere la consapevolezza che il calcio a questi livelli è riservato a pochi eletti e convincersi che questa doppia sfida col Liverpool ha diversi aspetti temibili. (…) Klopp è forse nel suo momento migliore nella sua carriera da allenatore. Il suo capolavoro l’ha firmato nella doppia sfida col City (…). Sono bravi, insomma, ma sono stati anche fortunati. La Roma invece tutto quello che ha ottenuto se l’è guadagnato. (…).
Fonte: il romanista