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Stadio Roma, Berdini: “Si può costruire anche in altre zone. La Roma e la Raggi lo sanno”

“Raggi e la sua giunta tra tentennamenti e voltafaccia hanno deluso un’intera città. E dovrebbero chiedere scusa, per le decisioni sulle Olimpiadi, sullo stadio, su Lanzalone, un avvocato sconosciuto diventato onnipotente”. Così l’ex assessore all’Urbanistica di Roma, Paolo Berdini, è tornato ad esprimersi sulla giunta Raggi e sullo Stadio della Roma: “Io sono per lo stadio. Lo sono sempre stato anche quando la Raggi affermava che mai si sarebbe fatto. Ed ero d’accordo per fare le Olimpiadi, un grande avvenimento utile all’immagine della città e alle casse del Comune che erano senza un centesimo. Lo dissi subito alla Raggi: facciamo le Olimpiadi e restauriamo tutta la città. Fu irremovibile! ‘No, no e no'”.

E sullo stadio? “E qui viene il bello – spiega Berdini -.  Irremovibili sulle Olimpiadi, che si fanno con soldi pubblici, molto più duttili sullo stadio, che si fa con i soldi dei privati. Perche’? Per quattro anni all’opposizione della Giunta Marino furano radicalissimi. Dicevano: no, questo stadio è un grande imbroglio. Non lo faremo mai. Nel giro di qualche mese cambiano idea e il grande imbroglio diventa la grande occasione e arrivano i faccendieri, i Lanzalone. Mi accorsi subito che era un personaggio incredibile. Nessuno lo conosceva. Nessuno sapeva da dove era venuto e chi lo aveva mandato. Furono mesi allucinanti di mezzucci, di bassa cucina, di trattative notturne, di incontri segreti – ha spiegato ancora Berdini – Non sapevano cosa inventarsi per ammettere il voltafaccia. Poi quella sera in tv apparve Luciano Spalletti, irrompendo nella diretta di Sky con la frase: ‘Lo volemo fà sto stadio? E famolo stò stadio…’. Non erano passati che una decina di minuti e mi chiamò il vicesindaco Luca Bergamo e mi diede il benservito. Ero stato messo alla porta la sera stessa della partita”.

“Io – ha chiarito l’ex assessore – sono per lo stadio. Ho sempre detto che un privato ha il diritto di realizzare il progetto che vuole, nei limiti delle regole e del pubblico interesse. Le intercettazioni emerse nelle telefonate di Parnasi e soci hanno dimostrato che quell’interesse della comunità non c’era, e che ad esempio il prolungamento della metro B da Eur a Magliana non si poteva fare, così come il ponte che infatti poi è improvvisamente sparito dalle carte e dai progetti.Ma uno stadio si può e si deve fare. Ci sono almeno altre dieci zone dove si può costruire. Lo sa la Roma. Lo sa la Raggi. Lo sa Parnasi. Invece per mesi è andata avanti una commedia degli equivoci. I 5 Stelle erano per lo stadio e volevano proprio portare avanti questa trattativa vergognosa che la Magistratura ha smascherato, dimostrando che la città è in mano ad una banda di malaffare”.

“La Raggi chieda scusa alla città – ha concluso Berdini – Anzichè prendere un assessore all’urbanistica ha preso un procacciatore di affari. Questo deve fare un sindaco che commette errori grossolani: deve chiedere scusa alla città’. Quelli del M5S sono asserragliati dentro il bunker del Campidoglio e non si sono mai misurati con i problemi della città. Ma è anche chiaro che ormai qui a Roma i 5Stelle sono ai titoli di coda”.

Fonte: Teleambiente

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