Confrontarsi fa sempre bene. Farlo con chi, grazie a qualche anno in più sulla carta d’identità (e militanza nella Roma) gode di un’esperienza e spesso di una personalità più spiccata all’interno del gruppo, può rivelarsi sinonimo d’intelligenza, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
Ed è quello che giovedì ha voluto fare Di Francesco con i senatori dello spogliatoio. Il tecnico ha convocato Manolas, Dzeko, Kolarov, De Rossi, Perotti, Florenzi e Fazio, ai quali s’è aggiunto in extremis anche Pastore che, seppur appena arrivato, s’è già ritagliato un ruolo importante agli occhi dell’allenatore. In campo e fuori. Non c’era Nzonzi ma solo per questioni di lingua. N’è uscito uncolloquio franco, volto a capire se e quali fossero le problematiche e come risolverle. S’è parlato un po’ di tutto, dalla tattica alle difficoltà fisiche palesate dai calciatori, dall’atteggiamento spesso indolente e remissivo della squadra alle difficoltà avvertite dal gruppo in queste prime settimane. A turno, hanno preso la parola tutti. Lo spogliatoio è decisamente dalla parte di Di Francesco, con le dichiarazioni di De Rossi nel post partita a Madrid e ieri di Perotti che ha voluto fare da scudo all’allenatore.
Pastore si candida per tornare salvo sorprese, nella lista dei convocati per Bologna. Oggi Di Francesco prenderà una decisione ma il fatto che l’argentino siano ormai un paio di giorni che si sta allenando regolarmente con la squadra lascia ben sperare. Tra l’altro il Bologna porta bene al Flaco: dei 14 gol segnati in campionato con il Palermo nella sua prima esperienza in Italia, uno (il 17 ottobre del 2010) lo segnò proprio ai rossoblù con un bel tiro dalla distanza che sbloccò una gara poi vinta 4-1 dai siciliani.