E’ ripreso questa mattina allaPreston Crown Court il processo a carico di Filippo Lombardi, il tifoso della Roma arrestato lo scorso 24 aprile prima del match con il Liverpool e accusato di essere uno dei responsabili dell’aggressione a Sean Cox.
Lombardi, chiamato nuovamente oggi al banco dei testimoni, con l’ausilio di un traduttore ha dato la sua versione sui momenti precedenti agli scontri. “Alcuni tifosi del Liverpool si erano avvicinati a me, mi parlavano non in maniera amichevole. Capii che poteva essere una situazione pericolosa e alcuni metri prima dell’angolo con Venmore Street mi sono avvolto la cintura alla mano. Un uomo con una sciarpa bianca mi ha detto qualcosa, simile a “fight” ed io ho fatto il movimento con la cintura per allontanarlo da me. Continuava a parlarmi in modo non amichevole, per questo l’ho fatto di nuovo. Non volevo colpirlo, ma solo allontanarlo”.
“Dopo ho visto Sean Cox per la prima volta, era già a terra – prosegue -. Non ho realizzato cosa stava succedendo, così come non ho visto nulla. Intanto il tifoso con la sciarpa bianca ha continuato a parlarmi in modo aggressiva: “Lascia la cintura e combatti con me”. Un’altra persona, con una giacca blu e il volto coperto, si è avvicinata a me, abbiamo iniziato a discutere e ci siamo presi a pugni. Non mi sono allontanato per paura che se mi fossi girato mi avrebbe colpito alle spalle. Non ho visto chi ha colpito Sean Cox, ho visto un uomo a terra e mi sono ritrovato circondato da tifosi del Liverpool, mi sono sentito solo. Il mio è stato un errore, ma non cercavo guai quel giorno”. Lombardi ha poi affermato che quel giorno indossava il cappuccio “perchè pioveva” e di aver stretto amicizia in carcere con alcuni tifosi del Liverpool, tra cui anche il suo compagno di cella. Il legale dell’ultrà giallorosso ha inoltre sottolineato che Lombardi in passato non ha mai partecipato a scontri del genere. “Non volevo colpire nessuno con la cintura, volevo solo andarmene da lì ed entrare allo stadio”.
Prima della testimonianza di Lombardi c’è stata l’udienza ad uno dei testimoni, il tifoso del Liverpool Mykel Askew, che aveva anche realizzato un video degli istanti precedenti agli scontri (portato come prova dall’accusa). Askew ha affermato di aver visto un gruppo di tifosi italiani, tutti con il volto coperto. Poi ha dato la sua descrizione dell’aggressione a Cox: “Ho visto un uomo che era stato colpito da un altro con una cintura, che poi è caduto a terra. Chi lo aveva frustato aveva una giacca nera e dei jeans blu, così come tutto il gruppo, uno zaino nero e delle scarpe da ginnastica bianche. L’uomo a terra era incosciente, gli usciva del sangue dal naso e dalla bocca. Ho pulito il sangue e mi sono assicurato che le vie respiratorie fossero aperte. Mi sono tolto il cappotto e l’ho messo sotto la sua testa per arginare l’emorragia nella parte posteriore della testa. Poi si è avvicinato un medico e non ho più visto il ragazzo che l’ha colpito. Il fratello dell’uomo a terra era comprensibilmente sconvolto e stavo cercando calmarlo. Volevo controllare se il sangue fosse uscito per il colpo al suolo o per la cintura. Sembrava privo di sensi già prima che cadesse a terra”.
Fonte: liverpoolecho.co.uk