(F. Balzani) – Poteva essere, e non è stato. Per tante ragioni e nonostante un amore profondo. Domenica sera a Napoli la Roma incontrerà Ancelotti a nove anni di distanza dall’ultima volta. Era il 2009 e il Milan di Carletto perse a San Siro per 2-3 con gol di Totti a 5′ dalla fine. Proprio quell’estate il tecnico emiliano lasciò l’Italia per iniziare un tour europeo trionfale: Chelsea, Psg, Real Madrid e Bayern Monaco. L’eroe dei cinque mondi con un palmarés da far impallidire i suoi colleghi era lontano, anche dalle mire della Roma nonostante le periodiche dichiarazioni di Carletto: «Mi piacerebbe tornare nella capitale, mi ci vedrei bene. E poi mi vorrei allenare Totti». Lui che in giallorosso ha vinto uno scudetto da giocatore diventando uno degli idoli della Sud tra il 1979 e il 1987.
Al gran ritorno Carletto (detto pure Bimbo) ci andò vicino nel 2011 quando l’ex dg Montali lo contattò insieme a Pirlo e Buffon, poi cambiò tutto a Trigoria e Ancelotti rimase una bella utopia. «Eee ma un top allenatore così quando accetta una piazza Roma», la risposta dei più scettici ogni volta che il suo nome fu accostato al club giallorosso. E invece la scorsa estate mentre si trovava a giocare a golf in Canada, Carletto rispose positivamente alla proposta di De Laurentiis. Insomma Ancelotti non era così irraggiungibile a patto di pagare il lauto ingaggio (6,5 milioni) e di presentargli un progetto duraturo. Oggi è l’emblema di un Napoli che non si accontenta più di divertirsi e che sta dando lezioni di calcio ai top club europei. È un Napoli che vuole vincere, unico verbo che conosce Ancelotti arrivato tutt’altro che sazio in una piazza che dista appena 200 km dalla sua Roma e che lo ha accolto da re dopo il doloroso addio a Sarri. Per questo l’esame al San Paolo di domenica sera sarà ancora più duro.
L’unico punto di contatto tra il veterano Ancelotti e il giovane Di Francesco è quello di aver vinto da giocatori uno scudetto a Roma, roba rara da queste parti. Eusebio – all’esordio assoluto contro Carlo – a differenza del collega più navigato non sta riuscendo a sfruttare le seconde linee e quindi non potrà affidarsi a un massiccio turnover. Il tecnico del Napoli, però, ha un giorno in meno di riposo e le fatiche di Parigi sulle spalle che di sicuro pesano più della facile passeggiata della Roma sul Cska. Anche i precedenti cantano a favore di Ancelotti. La Roma è il 2° avversario più affrontato da allenatore dopo la Lazio. Trentuno le gare contro i giallorossi: 11 vittorie, 11 pareggi e 9 sconfitte. Anche se uno dei quei pareggi a Trigoria viene ricordato col gusto dolce del successo: il 6 maggio 2001 Montella e Nakata timbrarono il pass scudetto in una rimonta da 2-0 a 2-2 – contro la Juve a Torino – entrata nella storia. Era un’altra Roma, era un altro Ancelotti.