(V. Meta) – Controllo di tacco che manda fuori giri l’avversario, cross perfetto per il sinistro preciso nell’angolino. Applausi a scena aperta per la premiata dittaSabelli&Politano, due che la sfida con l’Atalanta hanno temuto di non arrivare a giocarla e invece hanno finito per deciderla. Il gol che ha completato la rimonta con i nerazzurri e consegnato alla Roma una qualificazione ai quarti che mancava da cinque anni è frutto della brillante collaborazione fra il terzino e l’esterno d’attacco della fascia destra, capaci di far sembrare semplice una cosa difficilissima, e pazienza se hanno passato la vigilia della gara con la Virtus Entella a chiedersi se davvero il loro torneo fosse finito lì. Colpa del cartellino rosso rimediato contro il Santos Laguna, che ha lasciato la Roma a dover cercare di ribaltare lo svantaggio con due uomini in meno. Sabato a Chiavari i compagni hanno giocato anche per loro, perché finire la seconda avventura al Viareggio senza averla potuta vivere fino in fondo sarebbe stato un peccato e poi c’erano da vendicare quei maledetti rigori con la Samp. D’altra parte, se c’è uno che nella vita va fino in fondo, quello è proprio Stefano Sabelli. Poi crossa, di solito con precisione millimetrica. Ci è riuscito anche contro l’Atalanta, con una di quelle giocate che restano negli occhi. Una prestazione tutt’altro che casuale per il terzino dell’Under 19, che ha iniziato il 2012 mettendo in fila partite di assoluto livello, dopo una prima parte di campionato frenata dai problemi fisici. Non è riuscito a fermarlo neanche l’infortunio rimediato pochi minuti dopo il gol e che l’aveva fatto uscire in barella e in lacrime – singolare per un guerriero come lui. Rientrato regolarmente nella ripresa, ha finito la partita e non ci pensa nemmeno a tirarsi indietro adesso che arriva il bello. Quanto a Matteo Politano, teneva particolarmente a un gol per poterlo dedicare alla fidanzata come regalo di San Valentino a distanza: ci è riuscito al secondo tentativo, dopo aver fatto alzare tutta la pachina per il sinistro alto su invito (sempre di tacco) di Ciciretti. Strana storia quella dell’esterno ex Selva Candida, che dopo una vita passata a fare la riserva illustre dello stesso Ciciretti si è ritrovato titolare per la partenza di Caprari: con l’Atalanta non era riuscito a segnare quando l’aveva affrontata ad Arco due anni fa (si sarebbe rifatto segnando alla Lazio la rete che portò la Roma in finale), stavolta è andata meglio e rientrare da un turno di squalifica con un gol decisivo è roba che altro che San Valentino