(E. Menghi) – Accanto ha l’unico allenatore di cui gli importa conoscere l’opinione a fine partite, contro – da ieri all’ora di pranzo – ha tutti i presunti tecnici e non solo. Kolarov sta difendendo Di Francesco, capro espiatorio preferito quando le cose vanno male, mentre dalla sala stampa di Trigoria lancia quella che passerà come un’accusa imperdonabile per il suo pubblico, soprattutto quello romanista: “Il tifoso, in generale, non solamente quello della Roma, ha il diritto di essere arrabbiato, può esprimere il suo parere allo stadio, però deve essere consapevole che di calcio ne capisce poco. A me piace il tennis, ma non mi permetterei mai di dire a Djokovic come deve giocare. Posso incazzarmi se perde, ma non parlerei di tattica perché non ci capisco niente, così come nel basket, anche se ci sono cresciuto con la pallacanestro. Si chiacchiera tanto, si spreca fiato, ma alla fine non si vince”.
Lo scotto di tanta sincerità lo raccoglierà qualche minuto più tardi sui social network, dove il passato da laziale e lo stipendio pagato da chi paga il biglietto sono i tempi preferiti per il contrattacco, e nelle radio romane, dove ad alzare la voce sono gli ex giocatori, come Giannini: “Stare zitto e pedalare, Falcao, Ago e Conti non hanno mai espresso frasi così”. Graziani: “Sono allibito, i tifosi vanno rispettati” e Petruzzi: “Ai miei tempi – l’ultima pillola da Centro suono sport – sarebbero venuti in 3 mila a Trigoria”. Kolarov è uscito fuori dagli schemi, è stato forse impopolare, ma non ha tutti i torti e fondamentalmente ha espresso lo stesso pensiero di Di Francesco, che dopo una bella premessa sul dare il massimo per la maglia ha aggiunto: “Se il tifoso viene a parlare di formazioni mi incavolo“. Il terzino ha rafforzato il concetto che aveva già fatto presente ad un gruppetto di ultras dopo la trasferta di Udine, faccia a faccia e senza troppi fronzoli (“non ci capite un c….”), prima che intervenissero Florenzi e Monchi, e lo ha fatto con la schiettezza di chi nei momenti difficili paradossalmente si esalta e chiede a se stesso qualcosa in più: “Io non devo promettere niente a nessuno, devo solo fare il mio lavoro al massimo. La voglia di vincere non è mai mancata a me e credo a tutto lo spogliatoio. Siamo consapevoli che non stiamo passando un periodo ottimo, ma mi piacciono questi momenti perché emergono gli uomini veri. Se ce li hai, e credo che sia così, ne esci”.
Kolarov é sicuro che la Roma recupererà il terreno perduto in campionato: “Sono certo che alla fine raggiungeremo il nostro obiettivo, arriveremo tra i primi 4 posti. Dobbiamo cominciare a vincere, ma sono convinto che lo faremo. Sappiamo quanto è importante battere le “piccole”, non siamo riusciti a farlo finora e spero che da oggi faremo il nostro cammino e il nostro dovere, alla portata delle nostre qualità”. Oggi l’obiettivo è di far sentire piccolo l’avversario che si affaccerà all’Olimpico: “Il Real viene da 3 Champions vinte, anche se fossimo stati tutti a disposizione sarebbe stata difficile. Contro di noi, quelli che siamo, sicuramente faranno fatica a vincere. Siamo a casa nostra, dobbiamo dimostrare dal 1′ minuto che loro sono gli ospiti”. Pur da padrone lui rischia un’accoglienza rumorosa, ma non si lascerà certo intimorire da qualche fischio risentito.
Fonte: il tempo