( A.Catapano) – Ha ragione Tommaso Rocchi: Totti è anche un attore. Ha mimica, tempi e battute del comico. Fa ridere. Lo ha riconosciuto anche Aldo Grasso, che gli ha predetto una carriera da nuovo Vianello.
«Se Totti ha voglia e qualcuno lo propone, perché no? Gli spot divertono per le battute, ma anche per la vena comica, la mimica, la spontaneità del giocatore. Che ha stoffa». Che non hanno gli altri. Ieri, ha fatto più ridere lui o Rocchi? Tutto il repertorio Ironico, pungente, feroce, cinico. In una parola, romano. Chiedetegli il perché delle sue uscite, vi risponderà come un attore dei film di Verdone. «Ahò, a me la battuta me piace». In venti anni di calcio e sfottò, quante vittime ha fatto? Ricordate lo juventino Tudor? «Quattro, zitto e a casa», gli intimò Totti con mano a conchetta come il Cencio di Alberto Sordi in Ladro lui ladra lei.
I bersagli più gettonati sono i laziali. Totti si è accanito in questi anni, con tutto il repertorio. Magliette celebrative «Vi ho purgato ancora» nel 1999, madre di tutti gli sfottò, gesti estemporanei i pollici in giù nei due derby del 2009-2010, costati 20.000 euro di multa, battute al vetriolo. La migliore, dopo una stracittadina vinta in piena corsa scudetto: «I campionati si vincono con le piccole». Due le vittime preferite. Prima di Reja, c’è stato Zarate, con cui a fine 2009 ingaggiò un duello sui numeri. «Dice che sono finito? Spero di fare altri gol per raggiungere i suoi record, intanto gli faccio 240 volte tanti auguri come i gol che allora aveva segnato con la Roma, ndr». E, ovviamente Paolo Di Canio. Quando da una tribuna televisiva lo accusò di non essere un leader, Totti lo fulminò così: «Parla sempre di me, così giustifica il suo cachet. Lui d’altra parte è esperto di bandiere, ne ha sventolate tante nella sua breve carriera… e soprattutto che bandiere!». Colpito e affondato.