(G. Lengua) – L’atmosfera allo stadio Olimpico è surreale. I tifosi della Roma portano avanti una forte contestazione verso il club per i risultati non soddisfacenti conseguiti durante tutta la gestione stelle e strisce. La Curva Sud è compatta contro il presidente Pallotta, la squadra e la dirigenza: le bandiere non sventolano, le sciarpe durante l’inno sono rimaste appese al collo, silenzio totale per i primi 10 minuti della gara interrotto solo per i soliti cori contro Pallotta. Poi, gli striscioni: «21 punti in 15 partite. Ve svejate?», «Noi ti amiamo e sosteniamo il rispetto meritiamo». Per dare più risalto alla contestazione gli ultras hanno lasciato libere le prime 15 file della Sud, riempite all’11’ quando sono comparse anche le pezze dei gruppi e i tifosi hanno ricominciato a tifare con centinaia di bandiere. Una bordata di fischi ha fatto da colonna sonora alla lettura delle formazioni (gli unici applausi per Zaniolo e De Rossi), mentre su ponte Duca D’Aosta è apparso uno striscione polemico verso la squadra e i vertici del club (Di Francesco escluso): «Presidente, società e giocatori non siete degni dei nostri colori». I tifosi hanno contestato anche i prezzi dei tagliandi per la partita contro la Juventus del 22 dicembre: «A Torino disertiamo per il caro biglietti. 63 euro siate maledetti».
IL COMUNICATO – Nella notte tra sabato e domenica alcuni tifosi hanno tappezzato muri e ponti della Capitale con delle scritte contro il presidente giallorosso: una protesta cominciata allo stadio di Plzen con lo striscione «Pallotta go home». Nella mattina di ieri, gli ultras hanno spiegato con un lungo comunicato il motivo della loro presa di posizione: «Siamo stanchi, non riusciamo più a tollerare questa situazione dopo anni di menzogne, proclami di vittorie a destra e manca, promesse mai mantenute da parte di questo Presidente e della società Roma 1927 . Una sfilza di menzogne, che ha trasmesso negatività puntualmente anche all’ambiente tecnico, allenatore e giocatori che hanno preso l’AS Roma come una squadra di passaggio e non come un punto d’arrivo . Noi non possiamo più sopportare questo modus operandi, bugie dannose da parte di chi dovrebbe essere trasparente verso i propri tifosi».
Fonte: Il Messaggero