(E. Menghi) – Il punto da Boston lo fa Pallotta, che finora si era limitato a qualche battuta via sms («sono dal mio psichiatra», ci scriveva con la solita ironia dopo Plzen) e aveva lasciato a Monchi sia la scelta finale sull’allenatore sia la gestione dell’ambiente e della comunicazione in questo periodo complicato. La voce del presidente si è fatta sentire ieri sera, tramite una nota ufficiale sul sito giallorosso, alla fine della serie di riunioni andate in scena nel viaggio del diesse spagnolo, Fienga e Calvo negli States: «Abbiamo passato 3 giorni molto produttivi nei quali abbiamo parlato sia degli aspetti sportivi sia di quelli economici. Non credo ci sia bisogno di sottolineare che nessuno è soddisfatto dei risultati e delle prestazioni di questa stagione. Abbiamo affrontato in maniera aperta e onesta le problematiche da risolvere e tutti gli aspetti da migliorare con urgenza, al fine di raddrizzare la nostra stagione. Abbiamo parlato molto, in maniera diretta: tutte le questioni sono state messe sul tavolo». Compreso il futuro del tecnico e i possibili candidati alla panchina, da Sousa in giù. Per adesso, però, gli uomini restano gli stessi che sono precipitati nella crisi, quelli che stanno provando ad uscirne, nessuno escluso. Nemmeno Pallotta: «Il nostro unico obiettivo e migliorare in tutto quello che facciamo e ci lavoreremo tutti insieme, a partire da me, passando per il consiglio di amministrazione, i dirigenti, Monchi, Di Francesco, il nostro staff tecnico, fino ad arrivare ai giocatori e a tutti i dipendenti. Insieme non abbiamo raggiunto gli elevati obiettivi che ci eravamo prefissati e che abbiamo provato a centrare nelle ultime stagioni. Tutto questo deve essere migliorato. Insieme stiamo lavorando per affrontare questi aspetti. Se qualcuno non si impegnerà ad essere parte di questo sforzo collettivo, allora qui non ci sarà più posto per lui». Non è una conferma alla cieca per il tecnico, che rimane sotto osservazione, né tantomeno una bocciatura, è sicuramente un allerta per chi va in campo. Il mercato è alle porte.
Fonte: il tempo