(D.Stoppini) Toglietegli tutto, ma non Biava. Questione di chimica, perchéc’è un Andre Dias sicuro, affidabile, determinante, quasi sempre affiancato da Biava.
E poi c’è un Andre Dias tentennante, a volte irriconoscibile, e il più delle volte è accaduto quando il brasiliano al suo fianco aveva un altro compagno d’avventura, si chiami Diakite o Stankevicius. Questione di chimica, appunto. Quella raggiunta dalla coppia Biava-Dias non ha eguali, almeno in casa Lazio. Nel campionato scorso è risultata una delle migliori del torneo. Tanto che il c.t. Prandelli non aveva fatto mistero di apprezzare le prestazione del centrale lombardo, difficilmente convocabile solo per una questione anagrafica.
CON IL BYTE Ma il derby è oggi, non è un Europeo che si deve programmare a due anni di distanza. Con la testa di Reja, la vita è adesso, la mosse non si possono sbagliare adesso, poi quello che sarà da lunedì in poi si vedrà. E allora, detto che Dias ci sarà anche al costo di convivere — come ormai fa da tempo — con il problema al tendine rotuleo, l’altro centrale è una battaglia senza esclusioni di colpi tra Biava e Stankevicius. E se a inizio settimana sembrava in vantaggio il lituano, ora va registrato il ritorno in prima fila dell’italiano, che giorno dopo giorno sta imparando a convivere con il byte che protegge i suoi denti. Il terribile scontro che lo mise fuori causa contro il Genoa è ormai alle spalle. Era proprio il byte a dare fastidio: in qualche allenamento Biava aveva avvertito piccoli problemi respiratori, che adesso però sembrano superati.
PARTITA APERTA E Stankevicius? Non demorde. Perché è davvero questo l’unico dubbio di formazione di Reja in avvicinamento al derby. Ieri pomeriggio il tecnico ha schierato insieme Biava e Dias, segno di un controsorpasso avvenuto. Ma alla sfida mancano ancora due allenamenti, oltre alla rifinitura di domenica. E Stankevicius, prima a Cesena e poi a Firenze, aveva lasciato negli occhi di Reja un’ottima impressione. La partita non è ancora finita, dunque. Ma forse nella decisione peserà proprio la questione di chimica di cui sopra. È un derby: meglio guidare un’auto affidabile, no?