(E. Menghi) – Del 2018 si ricorderà sempre la semifinale da sogno in Champions League, traguardo storico per la Roma, e un anno così merita un lieto fine, a dispetto di tutto ciò che è intercorso tra il 4-2 al Liverpool con cui si chiudeva l’impresa europea al 3-1 contro il Sassuolo con cui i giallorossi hanno ripreso fiato dopo il 5° ko in campionato, allo Stadium juventino. A Parma si fanno i primi bilanci e vien da sé che un allenatore sotto processo non possa sentirsi tranquillo, anche se non lo dà a vedere e stempera la tensione con qualche battuta, dai fucili per fermare l’imprendibile ex Gervinho all’intelligenza dei centrocampisti che diventano tecnici, come il suo collega D’Aversa e come lui. Di Francesco sa quanto conta vincere oggi al Tardini, dove solo Juventus e Lazio sono riuscite ad imporsi, ma dove la Roma più di ogni altra squadra in A ha sconfitto più volte i ducali, 12 in 24 precedenti. I numeri a cui guarda l’abruzzese sono quelli freschi che raccontano di un Parma sorprendente, e solido: «Ha fatto 25 punti, la sua arma migliore è la capacità di andare in verticale sfruttando le caratteristiche dei giocatori molto bravi a ripartire. Noi andremo a fare la gara, non possiamo andare lì e stare sotto la tra-versa, cercheremo di limitare Gervinho in partenza. Poi ho fatto comprare 3-4 fucili alla società, potrebbero esse-re una buona soluzione (ride, ndc)…». Sarà una prova impegnativa per la difesa, un «clean sheet» non si vede da oltre due mesi, mentre i gialloblu non hanno incassato reti nelle ultime 2 partite e in casa sono imbattuti da 4 turni. La Roma in trasferta ha ottenuto solo 9 punti in 9 gare, la metà rispetto a quelli raccolti all’Olimpico, 18. Dopo Parma scatteranno le
vacanze, ipoteticamente il momento migliore per una rivoluzione in panchina,. La reazione della squadra c’è stata e tutti i pezzi stanno tornando al loro posto, con Dzeko titolare e Lorenzo Pellegrini in panchina, e l’obiettivo Champions dista 4 punti, perciò Di Francesco resta fiducioso: «Ci sentiamo in corsa, non ci sono tanti punti di distacco. L’anno scorso ne abbiamo recuperati di più alla Lazio, e in meno giornate. Siamo in crescita». Girare a 30 punti (sarebbero 68 nell’anno solare) sarebbe la garanzia di permanenza per l’allenatore, che può aggrapparsi alla tradizione favorevole dell’ultima dell’anno: i giallorossi non la perdono dal 2008, dal capitombolo al Massimino di Catania. Poi si potrà pensare ai ritocchi a gennaio: «Ora l’esigenza -dice il tecnico – è fare punti, con Monchi abbiamo parlato pochissimo di mercato, ma sicuramente si può guardare a tutti i reparti». In 90 minuti può cambiare tutto, Schick col Sassuolo ha segnato una svolta e oggi Di Francesco cerca la sua.
Fonte: il tempo