Robin Olsen, portiere della Roma, ha risposto ad alcune domande sul canale inglese Twitter della società giallorossa. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Sei Robin, chi è Batman nella squadra?
“Non lo so! Ci sono giocatori fantastici qui… non saprei dire chi sia Batman”.
Come funziona la tua amicizia con Under visto che non parla inglese?
“È complicata! Non parliamo un buon italiano, io non parlo turco, lui non parla inglese o svedese… non so come funziona! (ride, ndr). Ci sono comunque alcune parole che sappiamo entrambi, così possiamo comunicare”.
Come ti senti ora a Roma?
“Ora sto benissimo. Abbiamo trovato la scuola ai bambini… ora mi sento a casa. Ovviamente mi manca la mia famiglia in Svezia, ma siamo in una città fantastica come Roma, è facile per i miei amici arrivare qui. Non è un problema”.
È importante sistemare queste cose per giocare più concentrati.
“È più facile quando tutto funziona. Se tutto funziona, sono un uomo felice”.
Quando è stata la prima volta che hai saputo dell’interesse della Roma?
“Due giorni prima della partita contro la Svizzera ai mondiali. Lì ho saputo per la prima volta che avrei potuto giocare per la Roma. Sono stato molto felice, ma quando sei nel mezzo di una coppa del mondo non è facile concentrarsi in una cosa del genere”.
L’arrivo a Roma?
“Fantastico. Ci sono stati tifosi all’aeroporto a darmi il benvenuto. È stata una bella sensazione. Ogni cosa era nuova per me, ma fantastica”.
Savorani?
“Lui è un allenatore fantastico. Ci alleniamo duro ogni giorno, ma sento che miglioro a ogni allenamento. Quando ti alleni così duramente è bello vedere, anche se sei stanco, che quando torni a casa dalla tua famiglia, hai fatto il tuo. Sto migliorando in maniera particolare sulla tecnica sui calci piazzati. È bellissimo lavorare con lui”.
La più grande sfida da quando sei arrivato a Roma?
“È sempre difficile imparare una nuova lingua! Questa è la sfida più dura. Vado a lezione un paio di volte a settimana, ma è difficile! Capisco sempre di più, ma è difficile parlare italiano. Ci arriverò”.
Come parli nello spogliatoio?
“Ci sono calciatori che parlano inglese, è più facile parlare con loro, ma sto provando a parlare con tutti, anche se magari dico una parola in italiano e due in inglese”.
È più importante l’istinto o la tecnica per un portiere?
“Non so, credo si abbia bisogno di entrambi! Ovviamente puoi allenarti sulla tecnica, non saprei come allenare l’istinto”.
La miglior parata nella tua carriera e la migliore a Roma?
“Non lo so! Ce ne sono un paio, ma è difficile sceglierne solo una. Sono felice se posso aiutare la squadra, non importa come paro”.
Come ti senti all’idea degli ottavi di Champions?
“Mi sento bene! Siamo andati avanti nel girone, non vedo l’ora di giocare. Adoro giocare in Champions League. Ci si prepara sempre allo stesso modo, chiunque sia l’avversario”.
La parte psicologica è importante per un calciatore?
“Certo, è importantissimo. Prima del Mondiale mi sono infortunato e ho lavorato con un mental coach”.
Che portieri ti hanno ispirato da piccolo?
“Il mio preferito era Schmeichel, era il mio idolo da bambino”.
We are LIVE with Robin Olsen! #OlsenLive https://t.co/fhNh2sBH09
— AS Roma English (@ASRomaEN) 22 gennaio 2019