(S. Carina) – Per un Totti che se ne va, ce n’è un altro che rimane a Trigoria. Fino a prova contraria. Si tratta di Cristian, primogenito di Francesco, che essendo nato del 2005 quest’anno giocherà negli Allievi élite. L’allenatore è Rubinacci, un fedelissimo di Bruno Conti, e al momento – nonostante la querelle tra il club (come dimostra il comunicato di ieri sera) e Francesco stia salendo di tono – nulla lascia pensare che il ragazzo non farà parte della Roma. Toccherà proprio a Rubinacci constatare se e come Cristian potrà proseguire il suo cammino in giallorosso. Di certo, Totti Jr s’è finora contraddistinto, oltre che per i gol (gioca nel ruolo di attaccante), anche per un bel gesto di fair play che ha fatto poi il giro delmondo. Partecipando ad un torneo Under 14 a Madrid lo scorso settembre, rinunciò a segnare perché il portiere avversario era rimasto a terra dopo uno scontro di gioco. Subito andato a sincerarsi delle condizioni dell’avversario e a scusarsi, attirò su di sé l’attenzione dei media spagnoli con un filmato che poi invase il web.
IL SOGNO CONTINUA Più volte interpellato sul figlio, Francesco ha sempre glissato come solo un buon padre sa fare, consapevole che il cognome che si porta dietro può pesare come un macigno. Per informazioni, chiedere ai fratelli Conti, che avevano un papà che è diventato campione del mondo nel 1982 e un’icona indiscutibile del calcio mondiale. Come poi ha però dimostrato soprattutto Daniele a Cagliari, si può cullare la propria passione e farla diventare un lavoro, anche con qualità minori rispetto al genitore. Quello che ambirebbe fare Cristian anche se il padre più volte gli ha ripetuto che il calcio deve rimanere una passione. A Trigoria, si sussurra che di Francesco abbia ereditato lo stesso modo di calciare. Stesso piede, il destro, stessa incisività con le porte avversarie. Accostarlo al papà è inevitabile. Toccherà a lui provare a rimanere con i piedi per terra e non soffrire i paragoni che inevitabilmente da qui in avanti saranno sempre più frequenti. Debuttare all’Olimpico per ora è un sogno ancora lontano. Cristian s’è dovuto ‘accontentare’ di fare il raccattapalle in diverse gare casalinghe della Roma. La prossima stagione sarà però importante. Quattordici anni infatti è l’età nella quale avviene (o meno) il salto di qualità. O meglio: in un club strutturato e così attento alla maturazione dei giovani come quello giallorosso, il prossimo anno sarà quello nel quale si intuirà se il cammino potrà continuare o meno. La volontà di Cristian è provarci. Ed eventualmente essere giudicato soltanto per quello che farà in campo. Semplicemente come Cristian e non come ‘il figlio di Totti’.