Alberto De Rossi sente l’aria della grande occasione. Ha visto la sua squadra in crescita, con la Fiorentina ne ha constatato anche la risposta sul piano mentale. Fortissima. E apprezzatissima. Ora resta questa gara per provare a riscrivere la storia: per rimettere nell’albo d’oro della Viareggio Cup il nome della Roma dopo ventuno anni, per provare a battere la squadra che negli ultimi anni qui ha vinto più spesso.
La partita con la Fiorentina. Rivista 24 ore dopo. L’immagine più nitida?
«La risposta della squadra sul piano del carattere. Il gol dopo pochi secondi, il rigore sbagliato e l’infortunio a Nego non ci hanno abbattuto. Noi abbiamo un ancora di salvezza, il gioco. Ci piace un possesso palla pratico».
La Juve e la Roma, due club che esaltano i giovani. Grande sfida?
«Assolutamente, per i valori del campo e per i ragazzi che abbiamo cresciuto. Se con la Fiorentina è stata dura, con loro lo sarà altrettanto. Però sono più simili a noi. Se la fisicità dei viola è dura da contrastare, con loro almeno le armi saranno identiche. E loro sono forti, soprattutto davanti».
A proposito di giovani, le piace l’idea di una seconda squadra al posto della Primavera che, come ha detto Luis Enrique, diminuisca il dislivello con la serie A?
«E’ giustissimo, le formule dovranno studiarle i dirigenti, ma una squadra che si allarghi anche a chi gioca meno sopra e che disputi una stagione in B, in Prima Divisione, farà solo del bene».
Lo scudetto lo avete vinto, la Coppa Italia riproverete a vincerla. Manca Viareggio…
«Lo sappiamo, ma a chi mi parla di triplete io dico sempre che il nostro triplete è Viviani, Caprari e Piscitella, due in prima squadra e uno in B. Vogliamo alzare la Coppa, tantissimo: senza perdere di vista i nostri obiettivi generali»