Trabajo y sudor. Che poi è come dire Fabio Borini. Uno che non avrà i piedi del fenomeno, un tocco di palla sopraffino ma la grinta e l’umiltà che solo i grandi calciatori hanno. E non è solo per il gol, il sesto, messo a segno ieri nella partita contro la sua ex squadra, il Parma. Ma per la costanza e l’impegno che mette ogni volta che si trova su quel prato verde, che è tutta la sua vita. E si vede.
Il coltello in mezzo ai denti che mostra alla curva Sud tutte le volte che segna è sicuramente il gesto che più lo rappresenta. E forse rappresenta bene anche i tifosi giallorossi che vorrebbero vedere sempre undici Borini, undici Burdisso o undici Heinze in campo. Undici lupi affamati, insomma.
Sarà che i giocatori così sono quelli che fanno la differenza sempre, anche in partite terribili come quelle contro Cagliari o Siena. Fabio corre e lotta e quando perde la palla rincorre l’avversario fino a sdradicargliela nuovamente dai piedi. Dobbiamo ringraziare “l’inquietudine” di Walter Sabatini se possiamo ammirare la sua tenacia con la maglia della Roma addosso. E’ dappertutto, tanto che sembrano essercene due in campo: in aiuto a Rosi sulla linea di difesa, in attacco come braccio destro di Totti.
Speriamo che la sua fame non si plachi e che il suo piatto preferito sia quello che si troverà di fronte tra due settimane.
A cura di Noemi Pierini