Inseguito in estate, col trasferimento sfumato nelle ultime ore, Stephan El Shaarawy ritrova la Roma nella sessione invernale, a 5 anni dal suo primo arrivo nella capitale. L’attaccante, reduce dall’esperienza allo Shanghai, viene presentato oggi nella sala stampa di Trigoria, senza la presenza fisica dei giornalisti come da regolamento recente per il contenimento della diffusione del Covid-19. Queste le sue parole:
Bentornato Stephan, manca da un anno e mezzo e ha giocato in un campionato diverso. C’è il rischio che abbia perso qualcosa? Quando sarà pronto?
Diciamo che sono stato fermo qualche mese dopo la Nazionale, mi sono allenato da solo e ho cercato di arrivare a una buona condizione. Mi serve tempo ma stiamo lavorando, ho fatto già un programma con il preparatore. Sicuramente c’è tanta voglia ed entusiasmo di ricominciare con la Roma.
Ha parlato con Fonseca?
Si, abbiamo avuto modo di parlare nel mio primo giorno. L’attacco non è stato stravolto, diciamo che il sistema era simile a quello di Di Francesco, ero abituato a partire da sinistra e ad accentrarmi ma sono disponibile a ricoprire tutti i ruoli.
La concorrenza è uno stimolo?
Non è mai un timore, è sempre uno stimolo. Mi sono sempre confrontato con grandi giocatori. Se c’è concorrenza c’è qualità e più possibilità di vincere, quindi ben venga.
Dzeko?
L’ho visto molto sereno e con il sorriso, sono felice di averlo ritrovato al pari dei miei ex compagni. Ho trovato un clima sereno.
La lite a Ferrara con Dzeko, conoscendo Edin qual è la strada migliore per riaverlo?
Sappiamo le qualità di Edin, troverà da sè la strada per tornare ad essere un giocatore importante. Sono dinamiche di spogliatoio che sono nate e morte quel giorno.
L’esperienza in Cina: più pregi o difetti?
È stata un’esperienza particolare, segnata dalla pandemia, nei primi 6 mesi mi sono alternato tra club e nazionale. Ho vinto il mio primo trofeo da protagonista, una soddisfazione che mi porto dentro. Poi siamo stati fermi quasi 7 mesi, solo allenandoci e senza partite, non è stato semplice. Ma sono tornato dove volevo e con l’Europeo alle porte, un aspetto di cui sono contento.
La Roma che ritrova che impressione le ha dato?
Sono felice di ritrovare questa società, l’accoglienza è stata positiva, come se non me ne fossi mai andato. Qui ho costruito più che un percorso calcistico, mi ha fatto piacere ritrovare tutti e ricevere anche l’affetto e la fiducia del presidente, del direttore Pinto e di Fonseca. Come dico sempre, sta al giocatore ripagare la fiducia e spero di farlo il prima possibile.
Il rapporto con Dzeko in campo?
Come dicevo prima, il sistema di gioco non è cambiato molto riguardo l’attacco, si gioca con due esterni che si accentrano per giocare con DZeko. Vedere lo stadio vuoto fa mancare la vicinanza dei tifosi, spero che possa tornare tutto alla normalità.
Era abituato a un presidente che non c’era mai, quando conta avere la proprietà qui a Trigoria?
Conta tanto, credo ci dia una spinta maggiore. E ho visto massima disponibilità da parte di tutti, sicuramente è una cosa positiva. Poi sta ai giocatori trovare la responsabilità per lavorare con professionalità e diligenza.
Come mai la trattativa ad ottobre è saltata?
Diciamo che è stata una situazione particolare, nel calcio poi non sempre i tempi coincidono. C’è stata un po’ di attesa ma alla fine è andata bene, sono entusiasta di essere tornato qui. Non vedevo l’ora di scrivere un capitolo importante con questa maglia.
Che idea si è fatto di questo campionato e dove colloca la Roma?
Non ho mai smesso di seguire la Roma, così come tutta la Serie A. Questa squadra in questi anni ha sempre puntato alla Champions e ha sempre avuto le potenzialità per puntare in alto. Tante squadre si sono rinforzate ma ho trovato una squadra che si aiuta. Dobbiamo pensare di partita in partita, so che è una frase retorica ma così si raggiungono risultati importanti. Personalmente vorrei un inizio come nel 2016 e guadagnarmi un posto all’Europeo.
Cosa le è mancato di più di Roma e della Roma?
Nel periodo in cui sono stato lontano, quando c’è stata possibilità di tornare, ho sempre sentito l’affetto della gente. Anche a febbraio dell’anno scorso tornai per vedere una partita di Europa League e ho trovato tanta gente che mi vuole bene. Uno stimolo in più per andare avanti.