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Conferenza stampa, TIAGO PINTO: “Dzeko al momento non è il capitano, mai una vera trattativa con l’Inter. Fonseca leader del nostro progetto, nessun incontro con altri allenatori”

Chiuso il calciomercato invernale, spazio alle parole di Tiago Pinto. Il General Manager giallorosso ha parlato, in ritardo rispetto all’orario stabilito delle 15.30, in conferenza stampa al “Fulvio Bernardini” di Trigoria per commentare le mosse di mercato: dagli arrivi di Reynolds ed El Shaarawy fino all’ipotesi di uno scambio con l’Inter tra Sanchez e Dzeko, al centro delle cronache romaniste dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, e del futuro di Fonseca. Il suo intervento:

Questa mattina c’è stato l’incontro tra Dzeko e Fonseca. Qual è la situazione tra i due? Qual è la posizione della società? Chi sarà il capitano nella prossima partita?
“Non mi aspettavo questa domanda (ride, ndr). Mi scuso per il ritardo. Non voglio sfuggire alla questione, è importante chiarire. Si è detto e scritto molto, ma è importante capire che nel mondo del calcio i club vivono con le dinamiche di una famiglia: le famiglie hanno problemi e solitamente li risolvono. Quando risolvono i problemi, ne escono più forti. Dzeko è un grande professionista, un grande calciatore e una persona con un carattere forte che ha scritto pagine importanti della storia della Roma, come è vero che Fonseca è il leader del nostro progetto sportivo, ha svolto ottimo lavoro alla Roma ed è la persona alla quale abbiamo affidato il nostro futuro immediato e a medio-termine. Io, il mister ed Edin negli ultimi giorni abbiamo avuto delle riunioni, volte a rafforzare il sentimento di fiducia reciproca. Sono stati momenti importanti, da cui siamo usciti felici e fiduciosi per raggiungere successi e obiettivi con la Roma. Dobbiamo concentrarci su questo perché il bene collettivo della Roma è più importante degli interessi dei singoli. Per quanto riguarda la fascia di capitano sono convinto che un club debba reggersi sulla disciplina, sulle regole e sulle norme di condotta da seguire e rispettare, in questo momento Edin non è il capitano della squadra. Per quanto riguardo il futuro lavoreremo nell’interesse della Roma ed Edin sarà sicuramente il primo a lavorare in questo senso”.

Aveva detto che dopo il mercato sarebbe arrivato il momento di parlare del rinnovo Pellegrini: avrà dei tempi stretti? Ci fa un bilancio del mercato?
“Ci tengo a ricordare che Pellegrini è stato l’unico calciatore di cui ho parlato individualmente nella mia  prima conferenza stampa, perché tutti nel club, Dan, Ryan, il mister ed io riteniamo che rappresenti perfettamente i valori del nostro progetto. È un calciatore giovane, di talento, con una forte identità del club, è dedito al lavoro e siamo ottimisti. A breve ci vedremo col suo agente. Riguardo il mercato, sono una persona ambiziosa ed esigente con se stessa. Sul mercato in entrata El Shaarawy e Reynolds sono calciatori che rientrano nel progetto del club, due acquisti importanti che possono aiutare la squadra a diventare più forte da qui al resto della stagione. Ma ho e abbiamo lavorato duramente per trovare soluzioni in uscita per calciatori che, giocando meno, sono meno felici. Purtroppo per una ragione o per l’altra non si sono concretizzate, è un punto che non può lasciarmi soddisfatto innanzitutto con me stesso”.

Se la Roma non arrivasse in Champions, potrebbe essere costretto a vendere i big come successo ai suoi predecessori?
“Rispetto la domanda, ma oggi è 3 febbraio e la domanda ci proietta già ad uno scenario di fine stagione e non sono in grado di predire il futuro. Siamo tutti impegnati, io, la mia squadra, la proprietà, l’allenatore, nel cercare di costruire una mentalità basata sulla quotidianità, si gioca di partita in partita, per conquistare i tre punti e raggiungere gli obiettivi alla fine della stagione. La priorità va alla partita di sabato, prepararla al meglio per vincere”.

Qual è la situazione di Pastore, Fazio e Santon? Arriveranno a scadenza di contratto e che disponibilità hanno dato?
“Nella nostra esperienza sia nel calcio sia nello sport in generale è normale che un giocatore quando non gioca, non è felice e quando non ne ha opportunità non può essere felice, a maggior ragione come nel caso di Pastore se non lo può fare per infortunio. Con gli agenti dei calciatori abbiamo lavorato per trovare soluzioni che permettessero di conciliare gli interessi della Roma e dei calciatori. Per una ragione o per l’altra non si sono concretizzate. Ora il mercato è chiuso, siamo una famiglia, questi sono i componenti della famiglia e tutti lavoreremo al meglio per l’interesse e i successi della Roma”.

A prescindere dal posizionamento di fine stagione della Roma, può garantire già oggi che Fonseca sarà l’allenatore del prossimo anno?
“Innanzitutto voglio garantire che tutte le notizie che sono circolate rispetto a riunioni che avrei avuto con altri allenatori non corrispondono al vero, sono bugie e non sono successe. Dan, Ryan e io siamo soddisfatti del lavoro di Fonseca, con il quale lavoriamo per il presente e il futuro della Roma. La mia relazione con Paulo è molto buona. Il mister non è preoccupato né distratto dalle voci ed è solo concentrato sulla partita di sabato e sulle prossime partite che verranno”.

È stato un mercato difficile in uscita. È deluso dal comportamento di Fazio e Juan Jesus, che sono stati esclusi dalla lista Uefa? 
“Sono tre questioni diverse. Nella lista Uefa c’è spazio solo per 22 nomi, anche alla luce dei nuovi acquisti, due giocatori sono stati inseriti e altri due sono usciti. È una scelta che compete allo staff tecnico. Riguardo la questione dei conti non possiamo nascondere che pandemia ha determinato seri problemi per i club, che devono gestire al meglio tutte le soluzioni e se non lo fanno questo comporta ulteriori problemi. Infine, non spetta a me essere deluso o meno su determinati comportanti. Ho lavorato intensamente con gli agenti dei giocatori per trovare soluzioni, alcune sono state trovate e non si sono concretizzate per una ragione o per l’altra. Il mercato si è chiuso, ora siamo qui per lavorare tutti insieme”.

Com’è nata la trattativa dello scambio Dzeko-Sanchez? L’umore della piazza ha influito sulla decisione di non portarla avanti?
“Vorrei far mie le parole di un dirigente esperto e competente come il direttore Marotta. Ciò che ha detto in merito alla questione corrisponde al vero. Il mio atteggiamento nei vostri confronti sarà sempre di massima apertura e trasparenza. È vero che ho incontrato Ausilio, che stimo molto ed è stato gentile e cordiale con me. Abbiamo parlato di diverse questioni, ma non siamo mai arrivati ad intavolare una vera e propria trattativa. Per quanto riguarda la questione dei tifosi, ritengo che la grandezza del club dipenda direttamente dalla grandezza della propria tifoseria. La Roma è un grande club riconosciuto in tutto il mondo in virtù dei tifosi, è un fatto che rispetto e ammiro molto. Vengo da un club con una tradizione simile. Detto questo le decisioni che dobbiamo prendere vanno nell’interesse del club, devono corrispondere alle strategie della proprietà ed essere fedeli alle nostre idee per rendere vincente la squadra. Nello specifico tutto ciò non si applica neppure perché non si è arrivati ad una trattativa”.

La società chiederà a Fonseca di far giocare Dzeko? Sulla fascia di capitano chi decide?
“Sono due questioni ben diverse. La prima attiene alla strategia del futuro del club perché a chi assegnare la fascia di capitano è una questione strategica, che coinvolge il mister e tutta la società, quindi bisognerà arrivare ad una decisione condivisa. Sulle questioni tecniche il mister gode della massima autonomia, è lui a scegliere calciatori. Non c’è influenza della società e non potrebbe essere differente”.

Nella sua prima conferenza ha escluso l’arrivo di nuovi dirigenti, lo conferma?
“Confermo ciò che ho detto. Io sono il responsabile dell’area sportiva a stretto contatto con Dan e Ryan Friedkin. Ora, finito il mercato, mi devo concentrare sulla struttura che ruota intorno al club. Ci sono aree come la segreteria sportiva ed altre aree che andranno rafforzate e migliorate per poter dotare il club di una struttura che sia professionale, solida e forte. Ma per quanto riguarda tutto ciò che chiamate la direzione sportiva non ci saranno nuovi arrivi”.

Mkhitaryan ha comunicato di voler esercitare l’opzione per il rinnovo?
“Mkhitaryan è un giocatore molto importante per noi, non soltanto per il suo rendimento sportivo. È il secondo giocatore in Europa per gol e assist forniti alle spalle solo di Bruno Fernandes, ciò testimonia un rendimento straordinario sul campo. È un professionista eccellente, un esempio per tutti e può essere un elemento importante per aiutare a crescere i giovani. È vero che nel suo contratto c’è una clausola che gli permette di esprimersi sulla questione del rinnovo. Ha già dichiarato di essere felice qui a Roma, non mi aspetto problemi, sono già d’accordo con il suo agente che ci vedremo a breve per risolvere il prima possibile la questione. Sono sicuro che tutte le parti abbiamo l’interesse di continuare ad essere felici insieme”.

Una delle basi della strategia della procedente proprietà era mantenere alti i costi per mantenere alta la competitività. Proseguirete su questa strada o avete in mente un’altra strada per competere e vincere?
Non mi piace commentare il passato. C’è stata una gestione con un orientamento strategico, sono stati fatti investimenti ed ottenuti determinati risultati. Lascio a voi le valutazioni o a chiunque avesse competenza e nozioni, non è il mio caso. Dal primo giorno in cui ci siamo seduti io, Dan e Ryan e abbiamo parlato, siamo d’accordo sul fatto che il denaro non sia tutto. Non è un campionato nel quale c’è una corsa a chi spende di più. Ma ci siamo detti che dobbiamo essere rigorosi, disciplinati ed equilibrati nella gestione del denaro. Siamo disposti a spendere denaro e a fare investimenti, quello che conta è la qualità e non quantità del denaro. Dobbiamo fare scelte con estremo criterio nel reclutamento dei giocatori per avere la consapevolezza di aver preso i giocatori giusti per rendere la Roma competitiva e pronta a vincere. Il mercato di gennaio ha lanciato un messaggio preciso e un buon esempio di quello che intendiamo fare: sappiamo tutte le difficoltà attuali, eppure la Roma ha preso due calciatori che corrispondono al profilo di giocatori per il proprio progetto. Uno è un nazionale italiano di cui sapete tutto, l’atro uno dei talenti migliori della MLS. Nonostante il criterio che ho menzionato, la Roma è riuscita a portare a termine due operazioni utili in chiave futura”.

Quanto ha inciso la sua voglia di avere subito Reynolds a disposizione sulla decisione del giocatore di preferire la Roma alla Juventus? Di che giocatore si tratta?
“Abbiamo preso Reynolds per i prossimi cinque anni e non per giocare la prossima partita contro la Juventus. Da due mesi non scende in campo, è un giocatore nel quale crediamo molto. Non mi preoccupa se sarà a disposizione per sabato. Sono felice del suo acquisto, perché conosco bene la quantità e la qualità dei club che avevano mostrato interesse nei suoi confronti, quindi sono felice che abbia scelto noi. Reynolds è un giocatore dall’elevato potenziale malgrado la giovane età. Ha caratteristiche offensive interessanti, deve migliorare sul piano difensivo ed è arrivato nel campionato migliore per poterlo fare. Dal punto di vista fisico ha caratteristiche straordinarie, abbiamo in mano un gioiello che dobbiamo raffinare”.

El Shaarawy è stato felice di tornare alla Roma. Quanto è importante questo parametro nella scelta dei giocatori?
“È una buona domanda, è una delle sfide che abbiamo e, mi riferisco al panorama mondiale, nello scouting è quella di individuare anche le caratteristiche psicologiche ed emozionali dei giocatori. Sono numerosi i casi di giocatori di talento che finiscono per non ambientarsi in una nuova realtà. La motivazione, la dedizione, l’impegno e la felicità nell’arrivare in un posto è un fattore determinate per l’ambientamento. La nota positiva di questa sessione di mercato è che Stephan e Bryan hanno deciso di abbracciare il progetto con tale entusiasmo. Nel caso di El Shaarawy, il giocatore ha sempre voluto fortemente tornare alla Roma e la sua volontà è stata determinante. Mi spingerei a dire che senza di essa sarebbe stato difficile concretizzare il trasferimento. Questo è motivo di grande soddisfazione, quando oltre ad un grande giocatore si prende qualcuno pienamente coinvolto e impegnato nel progetto”.

Ci fa un bilancio delle sue prime settimane di lavoro a Roma?
“Ci sono stati dei momenti in queste settimane in cui mi sono sentito come quel personaggio di Voltaire, che dove metteva piede succedevano dei problemi. Parlando più seriamente, sono stati dei mesi difficili ed esigenti. Sono arrivato in un nuovo Paese, in un nuovo club e con una nuova lingua nel mezzo del mercato invernale. Ho potuto godere del sostegno di chi lavora alla Roma, della fiducia dei proprietari che mi hanno trasmesso in ogni momento. È un club con un grande potenziale per poter costruire una struttura ancora più vincente. Da oggi potrò dedicarmi alla struttura, allo staff, ai calciatori e soprattutto a sviluppare tutti i dipartimenti che serviranno a rendere questo club più forte”.

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