A sorpresa, vista la squalifica che lo costringerà a guardare da fuori Roma-Salernitana e per le abitudini della scorsa stagione, José Mourinho ha invece scelto di parlare alla vigilia dell’inizio della stagione giallorossa. Così, alle 15, dalla sala stampa di Trigoria, sono attese le prime parole del tecnico portoghese.
Come arriva la Roma alla sfida di domani? Quali sono le ambizioni della squadra? Si aspettava di arrivare all’inizio del campionato senza rinforzi in attacco dopo l’infortunio di Abraham?
“Abbiamo lavorato bene, tutti i giocatori hanno fatto il 100% del lavoro o quasi, con pochissimi problemi. Arriviamo a domani senza nessun giocatore infortunato, abbiamo due giocatori importanti fuori per squalifica ma arriviamo bene a domani. Ne approfitto, voglio ringraziare lo staff e i giocatori perché abbiamo lavorato molto bene in questo periodo. Abbiamo migliorato molti aspetti del nostro gioco, gli ultimi due arrivati ci possono aiutare perché sono giocatori di qualità ma non possono conoscere i meccanismi della squadra. La situazione dell’attaccante la conosciamo tutti ma non mi va di venire qui a piangere, a spendere parole. Abbiamo perso Tammy il 4 o 5 giugno, non abbiamo ancora fatto niente per compensare questa situazione, naturalmente il direttore e la società fanno il possibile. Io alleno i giocatori che ho a disposizione. Chiedo una volta in più ai nostri tifosi che giochino da attaccante, abbiamo bisogno di loro. Abbiamo questo problema, abbiamo giocatori importanti che non potranno esserci domani, abbiamo lavorato molto bene questa settimana e i tifosi potranno aiutarci, ancora una volta, con lo stadio pieno a metà agosto, nonostante un caldo incredibile. A quelli che sono arrabbiati per le bandiere, che arrivano tardi, dico di andare perché inizia la partita dal primo minuto, con bandiere o senza abbiamo bisogno di tutti. Mi fido dei ragazzi. Con tutte queste difficoltà, domani ci saremo”.
Che partita si aspetta con la Salernitana?
“È una squadra forte, che può puntare all’Europa, con un allenatore preparato e con una rosa di grande esperienza. L’anno scorso hanno raccolto tanti risultati positivi, non hanno vinto tanto ma hanno perso pochissime partite. Mi aspetto una partita difficile, ma non c’è una partita di Serie A che posso definire facile. Ripetere che mancano Pellegrini e Dybala è ripetere ciò che sappiamo. Il mondo del calcio mi stupisce, siamo indietro ancora perché iniziare una competizione con giocatori squalificati per accumulo di ammonizioni della scorsa stagione mi sembra una cosa demodé. Se è una sanzione per espulsione ovviamente lo capisco”.
Cosa possono dare Renato Sanches e Paredes. Come cambia la Roma con l’uscita di Matic e l’ingresso di Paredes? Ci dice la sua su Matic?
“Il signor Matic, se vuole dire qualcosa, è lui a doverlo fare. Dopo aver sentito le parole del direttore sportivo del Rennes penso di non aver bisogno di altro, ha detto che parlava con Nemanja da più di un mese e cosa ti posso aggiungere? Non c’è niente da dire. Sono contento di Paredes, per non dire molto contento. È un giocatore che mi piace da tanto, non ha avuto una stagione positiva nella Juventus, l’unica cosa buona è stata diventare Campione del Mondo, che è il massimo per un giocatore. Non ha avuto pre-stagione, ha lavorato con un piccolo gruppo a Parigi, non ha giocato le partite di preparazione, però è arrivato in una buona condizione, soprattutto mentale. Partirà dalla panchina domani. Penso ci possa dare una mano domani, non per tanti minuti ma con la sua esperienza, la sua qualità e il modo di pensare calcio che mi piace tanto ci può aiutare”.
Abbiamo scritto fiumi di inchiostro sui vostri rapporti interni, sul possibile rinnovo, su un incontro estivo con il proprietario, vi siete parlati con Friedkin?
“Aspettiamo la fine del mercato per poter valutare in modo globale il mercato. È difficile valutare adesso la globalità, ma tante cose sono state fatte bene, anche molto bene. Il direttore e la società hanno fatto bene nel fare 30 milioni più o meno in modo veloce, sotto pressione. Ho dato un contributo importante ai giocatori che avevano valore vicino allo zero, un anno o due anni dopo sono stati i giocatori che hanno aiutato il club in una situazione al limite. Con le limitazioni che abbiamo come club dal punto di vista economico e legale, si è fatto un ottimo lavoro. È molto molto difficile fare meglio con tutte le difficoltà. Ma nella vostra analisi, a volte molto critica e altre volte ultra-positiva, servirebbe un po’ di equilibrio. Per esempio Paredes, Sanches e Aouar mi piacciono, però quante partite ha giocato Aouar l’anno scorso? Praticamente non ha giocato un anno, era in scadenza e aveva problemi con il club, viene da una stagione difficile. Anche Paredes non ha fatto una stagione top con la Juve, mentre Sanches ha avuto un accumulo di infortuni che non gli hanno permesso di giocare con regolarità. Mi piacciono ma devono essere preparati e tutelati, non facciamo un paragone con altri club che hanno fatto investimenti enormi prendendo giocatori molto bravi e in una situazione diversa. Sono contento di Llorente e Ndicka: del primo l’anno scorso abbiamo capito che può essere del livello della Roma, il secondo deve imparare a giocare con noi perché ancora non lo sa fare. Ma la società ha fatto bene. Mi fa anche male al cuore leggere certe analisi su Ibanez: è troppo facile parlare di lui e dire che ha sbagliato un paio di partite importanti, quelle che la gente non dimentica, ma sarebbe più onesto dire che è stato fantastico per noi. Era il più veloce tra i nostri difensori, il più pericoloso su palla inattiva, il più affidabile nella pressione alta per la sua agilità e il suo recupero. Al di là dell’attaccante, la società e il direttore Tiago Pinto hanno fatto un bellissimo lavoro. Per me non è facile, non posso dire di essere super contento, per me il campionato inizia domani e non il 31 agosto o 29 agosto. È difficile ma ho rispetto e sono tranquillo, non sono arrabbiato e non litigo con nessuno, cerco di essere sempre positivo e lo sono anche perché i giocatori ne hanno bisogno. Sono convinto che il direttore e la società vogliono lo stesso che voglio io: non siamo su due lati opposti sul fiume, siamo insieme. Ma la verità è che l’allenatore sono io, domani ci sarà Rapetti in panchina a cercare di aiutare i ragazzi, ma la verità è che l’allenatore sono io quando entriamo in campo”.
Il confronto progettuale con i Friedkin?
“Penso che il signor Friedkin non sarebbe molto contento se io parlassi del mio rapporto con lui, quante volte mi ha chiamato, se è venuto in Portogallo sì o no o a casa mia a Setubal. Essendo una persona ultra privata, a cui non piacciono le luci, io sono suo dipendente, come faccio a commentare il rapporto che ho con il proprietario?”
Ha elogiato la direzione sportiva e agli acquisti a parametro zero, ma se guardo i conti usciti la Roma ha incassato qualcosa anche nelle difficoltà. Le è stato spiegato perché non è stato ancora investito per comprare un calciatore? O le è stato detto che verrà fatto un investimento da qui alla fine del mercato?
“Ci sono numeri che non ho ancora capito molto molto bene. Sulla situazione del Fair Play Finanziario e dell’accordo della Roma con l’Uefa ci sono dei punti che non ho capito molto molto bene, soprattutto se si paragona con altri club che hanno situazioni da risolvere con il FFP, per non citare squadre che sembra giochino in un universo completamente diverso dal nostro. Ma è una questione dal punto di vista legale, io sono un allenatore e non è mio compito cercare di capire tutto o commentare. Lavoro con i calciatori che ho a disposizione, mi devo fidare della parola del direttore e della società che hanno detto che non finiremo il mercato senza risolvere questa situazione. Qualche settimana fa ho rilasciato un’intervista in cui ho scherzato dicendo che se Mbappe dovesse arrivare il 31 agosto, sarebbe in ritardo. Citando Mbappe scherzo. Siamo in ritardo, ma lo sappiamo all’interno, anche i calciatori, il direttore e la proprietà lo sanno. Se non hanno risolto è perché non hanno potuto e non hanno avuto lo stesso successo che hanno avuto con altri giocatori in altre posizioni. Devo aspettare ma devo giocare domani nella mia stanza, fidandomi della gente in panchina e nello spogliatoio e lo facciamo dall’inizio della pre-stagione. In qualche partita non sono andato in panchina e nello spogliatoio, in altre sono stato in panchina senza parlare. Abbiamo preparato la gente nel modo migliore possibile. I giocatori si sono allenati molto molto bene, mi devo concentrare per domani. Vediamo se la prossima settimana succede qualcosa altrimenti andiamo a Verona con la stessa mentalità. Siamo un gruppo unito, consapevole del potenziale e dei problemi”.
Il 3-5-2 cosa può dare? Pellegrini potrebbe giocare con Aouar in un centrocampo a 3?
“Sì, ma dipende dal momento, da come stanno e dall’avversario. Al di là dei giocatori nuovi, gli altri hanno già lavorato con noi e questo permette loro di pensare di giocare in un modo diverso. A centrocampo abbiamo gente multifunzionale, non abbiamo un giocatore che può giocare in una sola posizione o modulo. Cristante gioca da 6 o da 8 senza problemi, lo stesso Pellegrini e Aouar da 8 o da 10, forse solo Sanches è più da 8, Paredes da 6 o doppio pivot, così anche Bove. Tutti questi giocatori ci danno tutti questa possibilità”.
Tra le varie cose della scorsa stagione sia a livello Uefa sia in Italia mi sembra ci sia stato un problema politico con Mourinho allenatore, non solo problema di campo. Quest’estate è stata fatta una valutazione da parte sua in questo senso?
“Una cosa è la Roma, un’altra io. Per me la cosa è semplice. Non voglio entrare sulla questione se sia politico o no, se sia istituzionale o no. A me interessa solo il campo, la partita, gli arbitri, il quarto uomo, il rettangolo di gioco e le panchine, l’unica cosa che mi interessa è che sia uguale per tutti, che ci sia onestà ed è così. ‘Non mi piace Mourinho’ non mi interessa, nella partita l’arbitro o il quarto uomo devono trattare tutti in modo uguale. Domani vi sfido a guardare la mia panchina e quella della Salernitana, dopo facciamo i complimenti agli arbitri per aver guardato le panchine allo stesso modo. Non sono neanche troppo preoccupato da questa situazione. Siamo tutti uguali, è l’unica cosa che voglio. Se siamo così avremo la stagione perfetta”.
In una vicenda come quella di Matic le è piaciuto il comportamento del gruppo? I nuovi come si sono inseriti?
“Non ci aspettavamo l’uscita del signor Matic, la Roma ha avuto una risposta immediata e fantastica. Matic ha giocato per noi, se non sbaglio, tipo 50 partite e il 75% delle partite, è un grandissimo giocatore ed era importante per noi, ma lo abbiamo perso. Viene Paredes e viene Sanches, non Peppino e Tonino. Non è un problema, il problema è quando va via uno e non arriva un altro. Loro due non sono preparati al 100% ma se li prepariamo sono giocatori di grande qualità. Non perdiamo qualcosa. Il gruppo è fantastico, chi va via lo fa piangendo. Il contatto che la squadra ha con Sergio Oliveira, Veretout, Diawara, Felix, Volpato, Tahirovic, siamo ancora una famiglia. È andato via uno e sono arrivati altri, la famiglia continua. Benvenuti ai nuovi, che possono capire velocemente la dinamica di gruppo. Andiamo insieme, domani si inizia”.
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