Le parole di José Mourinho a DAZN al termine di Roma-Napoli:
“Buon Natale a tutti voi. L’ultima partita prima di Natale cambia un po’ il nostro Natale. La nostra è felicità oggi, abbiamo cambiato le feste dei romanisti, siamo riusciti a rimanere vicini a dove vogliamo stare. C’è un accumulo di partite di livello altissimo. La mia sensazione è che dopo 5-10 minuti vincevamo la partita, abbiamo giocato molto bene, due palle gol incredibili nel primo tempo. Contro una squadra molto superiore dal punto di vista tecnica. Con loro in 10 abbiamo approfittato del vantaggio, i ragazzi hanno interpretato bene la gara. Vittoria meritata”.
Con Cristante e Paredes il terzo centrocampista deve essere intenso e aggressivo?
“Noi oggi abbiamo interpretato la gara con la pressione alta da subito. Per fare questo ho bisogno di Bove, che morde e pressa, col blocco basso lo sa fare. Ha condizione fisica incredibile, non velocissimo ma ha resistenza. bbiamo scelto il Gallo con Lukaku per fare duelli fisici contro i centrali. In 11 contro 10 è entrata la creatività, con Lorenzo e El Shaarawy e Azmoun. Mi è piaciuta la squadra, i difensori dopo una settimana dura di lavoro e di un allenatore troppo duro con loro. Ho trovato gente più indicata, Ndicka ha vinto duelli, Llorente contro un fenomeno come Osimhen lo ha anticipato e pressato. Mancini non si è allenato, ha la pubalgia, ma l’ha fatta per la squadra, è un campione”.
L’obiettivo della società ad inizio stagione?
“Io preferisco fare la mia propria gestione, partita per una ragione semplice. Non è colpa di nessuno, né una critica, ma noi abbiamo un gruppo di giocatori con una storia clinica difficile. Andiamo a fare la lotta con tutti, ma abbiamo queste difficoltà, come il Financial Fair Play. Non mi piace per questo parlare di un obiettivo chiaro, però siamo uniti, un gruppo straordinario che cerca di fare cose importanti, si aiutano. Mancini è un esempio di quello che dobbiamo fare purtroppo per avere soluzioni. Vediamo a gennaio, ma non faremo quello che volevamo fare, ma quello che possiamo fare. Ora ci aspetta la Juve”.
Champions alla portata?
“Bologna e Fiorentina hanno rose fantastiche e stanno volando grazie a ottimi allenatori. Senza Smalling, Renato, Dybala non siamo una rosa fortissima. Con loro e tutti insieme siamo più forti. E anche un allenatore bravo…”.
MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA
Ha visto la Roma che si aspettava? È la miglior prestazione di Ndicka da quando è qui?
“Sì, Ndicka ha fatto una grande partita. Abbiamo lavorato bene in settimana, abbiamo migliorato il blocco basso difensivo. L’obiettivo era pressare alto, lo abbiamo fatto nel primo tempo. Sicuramente qualcuno anti-Roma o anti-Mourinho parlerà della gara quando eravamo 11 contro 10, ma io parlo dei 45 minuti quando eravamo 11 contro 11: solo una squadra ha giocato per vincere, ha creato due palle gol bellissime di Bove, ha creato azioni collettive bellissime, ha avuto un controllo totale, con un grande lavoro di tutta la squadra per impedire al Napoli di essere il Napoli, che a livello tecnico è una squadra super e non si è visto per merito della Roma. Dopo in 11 contro 10 abbiamo giocato bene, è entrata in campo la creatività con Pellegrini, El Shaarawy e Azmoun: Lorenzo è più creativo di Paredes, El Shaarawy è più offensivo di Zalewski e Azmoun è più tecnico di Belotti. La risposta è stata bellissima, grande vittoria”.
Pellegrini? Bonucci è un obiettivo sul mercato?
“Non parlo del mercato, se ne parlerà a gennaio e abbiamo ancora una partita da giocare. Quando si parla di mercato si deve sempre partire dal presupposto che la Roma ha grandi difficoltà per il Fair Play Finanziario: una cosa è quello che vogliamo, un’altra quello che possiamo fare. Abbiamo due giocatori fuori dalla lista Uefa in Europa League, c’è il rischio di prendere qualcuno e poi avere tre giocatori fuori dalla lista Uefa. La situazione non è facile, è complicata. Se mi chiedete quello che mi piacerebbe, mi piacerebbe un difensore centrale top di futuro ma non mi sembra che sarà possibile. Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Non è una sorpresa per me quello che Lorenzo ha fatto in campo: ha fatto un’ottima settimana di lavoro, da capitano, consapevole che non avrebbe giocato. Dall’inizio della settimana, da quando abbiamo iniziato a preparare la partita, aveva capito subito che non avrebbe giocato titolare ma è stato professionista e capitano, ha lavorato bene e ho avuto subito la sensazione che poteva entrare e fare qualcosa. Anche per lui è bello segnare”.
È scattato un click durante questa settimana?
“Internamente dico sempre una cosa: alleno da 23 anni, la mia squadra perfetta dal punto di vista tattico è stata l’Uniao Leiria, perché è stata la mia unica squadra che non giocava in Europa. Quindi, giocavamo la domenica, riposavamo il lunedì e poi ci allenavamo martedì mattina, mercoledì mattina e pomeriggio, giovedì pomeriggio, venerdì mattina e sabato mattina. Era la mia squadra perfetta. Poi ho allenato il Real Madrid, l’Inter, il Chelsea, ma la squadra perfetta era quella. Quando abbiamo la possibilità di lavorare miglioriamo sempre. Ci sono squadre che hanno possibilità di farlo ed essere preparate dal punto di vista tattico rispetto a squadre che giocano tanto e si allenano meno. Di solito le squadre che giocano di più hanno giocatori di livello più alto. Questa settimana abbiamo lavorato molto sull’aspetto difensivo, oggi siamo migliorati tanto. Il nostro blocco basso non è fortissimo, oggi è migliorato. Llorente e Ndicka molto bene. Lavoriamo per migliorare, magari contro il Bologna è stato troppo non avere Dybala, Lukaku e Smalling”.
L’applicazione mentale vista può essere figlia delle sue ultime dichiarazioni sulla volontà di restare alla Roma?
“Abbiamo un ottimo rapporto. Questo mi permette di essere qualche volta più aggressivo e critico perché esiste empatia e amicizia quasi familiare che, come con la gente che ami, ti fa litigare e poi tornare ad amare. Mi piace lavorare con loro e penso che a loro piaccia lavorare con me e con il mio staff. Nel mio staff erano tutti malati, ero l’unico sano. Voglio spendere una parola per tutti loro: uno è stato anche ricoverato in ospedale ed è uscito oggi solo per vedere la partita (il preparatore atletico Rapetti, ndr), un altro è stato chiuso quattro giorni in camera a Trigoria ed è venuto in macchina da solo per stare in panchina, un altro ha seguito il riscaldamento con la maschera. Spero che mi lascino tranquillo. Un abbraccio a loro, ma non è stata una sorpresa per me perché sono professionisti top. Buon Natale a tutti”.
MOURINHO AI CANALI UFFICIALI DELLA ROMA
“È un regalo di Natale ai tifosi che sono sempre qui con la squadra, abbiamo parlato di questo prima della partita. Dobbiamo vincerla per noi, perché cambia il nostro Natale, e per i tifosi, abbiamo fatto una grande partita. Sono sicuro che qualcuno illuminato parlerà dei rossi, ma il primo tempo l’ho visto bene: un primo tempo in 11 contro 11 dove c’era una sola squadra che ha avuto due palle gol bellissime, con una costruzione bellissima. Il palo di Bove e l’assist di Belotti, non so come Meret abbia parato quella palla. Ho visto una sola squadra che ha giocato molto bene, poi ovviamente nel secondo tempo bisognava gestire quella situazione di gialli, lo abbiamo fatto con i cambi che non volevo fare ma avevo paura di quella situazione. In 10 abbiamo pensato molto veloce e lo abbiamo fatto bene. Il merito è tutto dei ragazzi che hanno fatto una partita straordinaria, sapendo vincere contro 10 e gestire bene contro 9 uomini. Successo meritato, dal primo minuto della partita siamo stati più bravi”.
Le alternative hanno fatto la differenza perché hanno cambiato la partita, i cambi sono stati fondamentali.
“Penso che l’inerzia della partita inizi a costruirla dal primo minuto, da quel momento hai il feeling per capire quello che può succedere. Ovviamente quando prendi il palo e Meret fa quella parata lì pensi che possa essere una notta nera, ma la verità è che l’inerzia la senti dal primo minuto. Una grande partita, poi la gente che è entrata ha fatto la differenza. Pellegrini non mi ha sorpreso: ha fatto una settimana di lavoro straordinaria, da capitano che sapeva che non sarebbe stata una prima scelta, è stato un grande esempio di lavoro e professionalità. El Shaarawy contro dieci uomini non è un quinto, ma un’ala pura. Celik era fresco, così come Azmoun, un giocatore tecnicamente migliore di Belotti. Vittoria meritatissima”.