La Roma non sta vivendo una grande stagione dal punto di vista sportivo e il settimo posto con cui si è chiuso questo 2023 ne è la conseguente testimonianza. Il mercato estivo è stato per larghi tratti sbagliato, soprattutto se ci concentriamo sul centrocampo. La scommessa Renato Sanches è naufragata malamente, mentre Aouar non era l’uomo giusto per Mourinho. Proprio il tema del rinnovo del mister sta tenendo banco da tempo.
Nessuno sa dentro e fuori Trigoria quale siano le intenzioni dei Friedkin.
A complicare il tutto ci si è messo ora anche lo stop al Decreto Crescita voluto dal Governo Meloni. Qualora fosse stato allungato il contratto del portoghese non ci sarebbero stati problemi ma questo aver preso tempo crea delle difficoltà anche a livello economico. Senza sconti sulla tassazione pensare di poter corrispondere 7 milioni all’ex Tottenham è quasi impossibile.
Nella stessa situazione di attesa si trova anche Tiago Pinto, in scadenza e con pochissime chance di rimanere. Con Bonucci ha sbagliato ancora una volta il target, non capendo il contesto nel quale si stava muovendo e l’impossibilità di portare a termine questa trattativa. Le alternative non sono pronte e dopo 4 mesi di studi è piuttosto grave. Tutto doveva essere studiato per tempo.
Ma i Friedkin tengono sulle spine non solo il GM e l’allenatore ma anche un centinaio di persone, tra staff tecnico e impiegati, che ancora non conoscono il proprio futuro. Tutti in scadenza di contratto a giugno e nessuno con certezze su cosa avverrà. Il vizio di non comunicare all’esterno vige anche tra le mura di Trigoria e dell’EUR, con un’interazione che a dir poco risulta farraginosa. Il tutto potrebbe essere accettato in un’azienda normale, dove a contare sono soprattutto i fatti concreti e i numeri. Nel calcio, però, non funziona sempre così e l’aspetto comunicativo ha una sua grande importanza. Purtroppo in quasi 4 anni di permanenza a Roma i Friedkin non sembrano averlo ancora imparato.
Angelo Papi