(L.Valdiserri) «The never ending story». L’esclusione di Daniele De Rossi e Simon Kjaer da Atalanta-Roma (4-1) non poteva finire con le parole di Luis Enrique nel dopo gara («Lo rifarei, penso al bene della squadra»), dei dirigenti («De Rossi è arrivato in ritardo alla riunione tecnica») e del giocatore («Sono stato disattento, sto con Luis Enrique ma non devo chiedere scusa»). Come spesso accade le parole ufficiali, dette anche per stoppare le voci che iniziavano a girare, dalla rissa De Rossi-Kjaer alla punizione per una notte brava, non hanno fermato i «retroscena». E così sono arrivate ricostruzioni di sms spediti da De Rossi all’ex compagno Christian Panucci, ora opinionista di Sky (la sintesi riferita: «Questo è matto», intendendo Luis Enrique), e delle modalità con cui l’asturiano ha comunicato l’esclusione ai giocatori e rintuzzato il tentativo dei compagni di squadra di far rientrare la sanzione. Verità? Invenzioni? Esagerazioni? La Roma ha reagito con le parole del d.g. Franco Baldini:«Sono state fatte ricostruzioni fantasiose di quello che è avvenuto domenica a Bergamo. Abbiamo scelto la strada della trasparenza per dire tutto quello che succede, ma evidentemente non serve… A questo punto fate come volete. Fate da soli, ma non con noi. Grazie». Poi è intervenuto Fabio Borini dal ritiro della nazionale, le cui parole faranno forse discutere all’interno del gruppo: «È andata come l’ha raccontata Daniele. Se può capitare a me di arrivare in ritardo? La vedo difficile, io mi presento sempre con venti minuti di anticipo». Detto che la Roma ha offerto nell’occasione una glasnost rara nel mondo del calcio (altre società avrebbero «lavato in casa i panni sporchi», dicendo che De Rossi aveva la pubalgia), la sostanza resta comunque che: 1) De Rossi ha pagato un ritardo di pochi minuti con la tribuna; 2) Kjaer è stato mandato in tribuna per «scelta tecnica» ma inspiegabilmente è stato portato in panchinaCassetti (che non giocava da novembre ed è stato espulso per insulti al guardalinee, dimostrando di essere lui, semmai, non pronto e non sereno per tornare in campo); 3) i giocatori della Roma sono rimasti sconvolti dalla durezza della decisione. Lo ha sintetizzato Heinze: «Una situazione così non mi era mai capitata in carriera». Quello che conta di più per i tifosi della Roma è capire se da qui a domenica la squadra giallorossa troverà la serenità per preparare al meglio il derby. Perché come ha detto Luis Enrique in conferenza stampa sabato scorso: «Nel calcio il futuro è un’utopia». Vero o falso che sia il concetto, le parole sono testuali. Ed è sul sottile filo che separa i risultati e la crescita di una squadra «nuova» che si gioca il rapporto fiduciario tra allenatore e gruppo.