Nella settimana che porterà al delicato Derby capitolino, la redazione di Gazzettagiallorossa.it ha contattato l’ex difensore biancoceleste Paolo Negro, ricordato ancora oggi a Roma per la famosa autorete che propiziò lo scudetto giallorosso del 2001, per un parere sulle due compagini e sulla sfida. Ecco le sue dichiarazioni:
Seguirà il Derby?
“Fortunatamente ho trovato una squadra da allenare (Zagarolo Calcio n.d.r.) e a causa di diversi impegni, non credo che seguirò il Derby”.
Giudizio sulla Lazio?
“Io direi che tutto sommato ha fatto una stagione positiva, probabilmente serviva qualche giocatore in più, per rinforzare l’organico che a questo punto dell’anno sembra un po stanco”.
Caso Reja?
“Non credo abbia fatto un teatrino per stimolare la sua squadra. E’ una cosa che non si è mai sentita, probabilmente ci sono altri motivi, perché per il Derby ci si stimola da soli”.
Come ci si prepara per un Derby?
“Non c’era bisogno di essere stimolati, si cercava solo di mantenere la calma e di non riempirci ancora di più la testa di preoccupazioni, timori o altro. A stimolarti poi ci pensava l’ambiente durante la settimana”.
Giudizio sulla Roma?
“E’ un progetto interessante che comunque non va giudicato per quello che è stato fatto quest’anno. Ci vorranno come minimo tre anni per vedere dei risultati. Purtroppo però a Roma c’è un problema: non c’è pazienza”.
Giudizio su Luis Enrique?
“In Italia non siamo abituati al gioco che propone lui, ma io mi auguro che un giorno questa idea possa diventare normalità. Ingaggiare Luis Enrique per la Roma è stata ed è una bella sfida e lui di tutta risposta sta facendo vedere qualcosa di diverso, di nuovo”.
Caso De Rossi?
“Mi sembra esagerato: io avrei fatto solo una bella multa. Ai miei tempi non è mai successa una cosa del genere. Non credo al ritardo di 4 minuti, negli spogliatoi a volte succedono cose che è giusto rimangano dentro”.
Qual’è il Derby che ricorda con più affetto?
“Dirne uno in particolare non è possibile, i Derby sono tutti belli per l’atmosfera che si vive prima, durante e dopo. Sicuramente ne ho fatti di belli che erano molto meglio di quelli di adesso. Al giorno d’oggi tra i giocatori della Lazio c’è veramente poca lazialità, mentre dall’altra parte di romani e romanisti ce ne sono ancora”.
Un ricordo della sua autorete?
“Lo dice la piazza, ma non lo decisi io quel Derby. Se andiamo a rivedere le colpe, io non ne ho e non me le prendo. La colpa fu di chi sentiva troppo il Derby (Nesta n.d.r.) che mi butto la palla addosso. Dopo quella partita mi trovai solo contro tutti: è facile schierarsi tutto contro una persona, ma questa esperienza mi ha fatto più forte. La rete in quel Roma-Siena fu sicuramente liberatoria”.
Pronostico?
“E’ difficile dirlo, ma secondo me ci saranno tanti gol”.
A cura di Flavio Festuccia