(A. Pugliese/D. Stoppini) – È il derby delle rivincite, dell’ultima spiaggia giallorossa e del sogno Champions per la Lazio. È il derby degli allenatori, amati e criticati allo stesso tempo, anche se in modo profondamente diverso. Ma è anche la stracittadina di Simon Kjaer e Antonio Candreva, il derby dei contestati, di quei giocatori che sono oramai nel mirino dei tifosi e sembrano proprio non poterne uscire più. Kjaer a causa delle prestazioni (orribili) e di un pizzico di sfortuna, Candreva per quel suo tifo romanista prima sbandierato con orgoglio e poi ripudiato. Anche per loro, questo potrebbe essere il derby delle rivincite, l’occasione per mettere a tacere tante polemiche. Fermo restando, però, che lo possano giocare questo derby, fattispecie poi non così certa. Anzi.
Nel mirino Ieri, tanto per non farsi mancare niente, su Kjaer si è abbattuta l’ennesima mattonata. «Non mi stupisce che alla Roma non giochi — dice Frank Aehlig, ex dirigente del Wolfsburg, proprietario del cartellino del difensore danese — Ha ottime potenzialità, ma in questo momento è un giocatore normale, non un grande difensore. Noi lo pagammo tanto, fece buone partite unite ad errori incredibili, davvero clamorosi. Oggi come oggi, non è da Roma, ma un difensore normale come tanti altri». Come minimo, vien da pensare che Aehlig al Wolfsburg non fosse il miglior amico di Kjaer. Ma vallo a spiegare ai tifosi giallorossi, che il difensore danese, dopo i tanti errori commessi in questi mesi romani, fanno fatica anche solo ad immaginarlo in panchina. Soprattutto al derby, poi, dove ha già lasciato il segno (in negativo) in quello d’andata, con il fallo su Brocchi e il calcio di rigore (con espulsione) che permise alla Lazio di pareggiare. È chiaro, quindi, che per Kjaer le possibilità di giocare domenica sono ridotte al lumicino e anche dovesse succedere (in corsa) lo stato psicologico del ragazzo non sarebbe dei migliori. Anzi….
Fischiato E chissà come si sentirebbe Candreva, qualora Reja dovesse chiamarlo in campo. Domenica, dopo la vittoria con la Fiorentina, il tecnico ha fatto anche un appello pubblico: «Chiedo ai tifosi di non fischiarlo a prescindere. È un giocatore della Lazio, va sostenuto come tutti gli altri». Vallo a dire a quelli che al Vicente Calderon lo hanno preso di mira per quel suo passato romanista. Alla fine della partita il centrocampista è uscito proprio sotto il settore che ospitava gli oltre due mila tifosi biancocelesti: gli è piovuto addosso di tutto, non solo insulti. La replica domenica: prima della partita con la Fiorentina è stato fischiato sonoramente all’annuncio delle formazioni, e poi anche durante il match. Poi dici: ma lui in campo non sta cambiando marcia, non sta convincendo. Pare facile. Di più: è quasi impossibile.
Poco spazio Perché il punto è che Candreva paga anche il fatto di essere l’involontario simbolo di una campagna acquisti fallimentare, l’unico arrivo, mentre i tifosi sognavano Honda e Nilmar. Ora poi il rientro in gruppo di Mauri toglie all’ex centrocampista del Cesena ulteriore spazio: da qui alla fine rischia di giocare poco. A meno che… a meno che proprio il derby non cambi il destino del giocatore. Anche Liverani nei suoi primi tempi biancocelesti veniva fischiato. Poi divenne pure capitano della Lazio, e proprio in un derby regalò un assist da sogno a Di Canio. Chissà che Candreva non telefoni a Liverani per chiedergli qualcosa. Chissà che quello di domenica non sia anche il suo derby.