(L. Calamai) –«Questo è un derby speciale. Ed è dentro tutti i miei pensieri».Miralem Pjanic ha una faccia da simpatico monello. Che diventa ancora più «birichina» quando gli chiedono chi sia l’avversario della Lazio capace di togliergli il sonno. «Io non ho paura di nessun giocatore della Lazio. Al massimo posso dire che mi piace il calcio di Lulic. Ma solo perché è bosniaco come me». La Bosnia, già. Gli ottanta minuti giocati con un fastidio muscolare hanno fatto arrabbiare la Roma e mettono in dubbio il giocatore per il derby.
Per la Roma è una sfida da ultima spiaggia.
«E’ vero, la classifica non è bella ma il terzo posto è alla nostra portata. Intanto battiamo la Lazio. Poi, non possiamo più perdere punti per strada».
Come si avvicina al derby?
«Cercando di copiare ogni gesto da campioni come Totti e De Rossi. Loro sanno come si vive la marcia di avvicinamento. Mi entusiasma tutto di questa partita: i colori sugli spalti, il clima in campo, il dopo gara. Non avevo mai conosciuto il sapore delle stracittadine. Il Lione non aveva rivali speciali».
Ha provato a immaginare anche un suo gol?
«No. Deve vincere la Roma. Non Pjanic, o Stekelenburg, o Totti. Un successo ci darebbe la spinta giusta. poi, se capitasse una punizione giusta…».
Nell’amichevole Brasile-Bosnia ha incrociato Hernanes.
«Non penso ai duelli. Spero che la Roma sia più fortunata della Bosnia che non meritava di perdere contro il Brasile».
Il suo giudizio su Luis Enrique.
«Grande maestro. Sono giovane, ho solo da imparare».
Come giudica la sua prima stagione nel calcio italiano?
«Penso di aver fatto il mio dovere ma ora dobbiamo dare tutti qualcosa in più».
Nel Lione lei era abituato a vincere gli scudetti.
«Date tempo a questa Roma di crescere. Ci sono tanti giovani, ma questo gruppo presto saprà lottare per il titolo».