(A.Catapano) El Coco, il Boro e il Capitano, Morricone apprezzerà. Se il derby solitamente è avvincente come un film, l’attacco della Roma è un western de’ noantri.
El Coco, al secolo Erik Lamela, argentino bello e sfrontato, talento puro, tratta la palla come il Buono del film usava la pistola. Il Boro, facile soprannome di Fabio Borini, è certamente più bello del Brutto cinematografico, ma del bandito ha lo stesso killer instinct: da quando ha imparato a sparare, non spreca più un colpo. Infine, il Capitano, ovviamente Totti. Cattivo con i laziali come il sicario del film, ogni gol è una sentenza: quando segna lui il derby sorride alla Roma. I debuttanti e il veterano
Raccontato così, l’attacco giallorosso fa paura. I laziali dovrebbero tremare, e invece l’unico a preoccuparsi di questa sfida è il d.s. romanista Sabatini. Sono giorni che parla di paura, perché? Forse, per una partita in cui il mestiere rischia di pesare più del talento, lo spaventa l’inesperienza di una Roma bambina che ha un’età media tra le più basse della Serie A e dà in pasto a questo derby almeno due debuttanti. Sulla carta proprio i nostri attori Lamela e Borini.
BRAVI, SEDUCENTI, GIOVANISSIMI Anche troppo per un derby tanto delicato: sanno di cosa si tratta? Ne hanno colto l’importanza? Un consiglio spassionato: si facciano aiutare da chi ne ha giocati qualche decina. Capitan Totti sta lì anche per questo: dall’alto dei suoi 30 derby, può svelare ai compagni segreti, trucchi e trappole. Compleanni e combattenti In particolare Lamela, che di suo ha un bel caratterino, dovrà stare attento a non cadere nelle eventuali provocazioni. Il baby, che ieri ha incontrato a Trigoria il c.t. dell’Argentina Sabella, è cresciuto con la rivalità River-Boca nel sangue, ma non c’è traccia di derby epici nel suo curriculum, se non a livello giovanile. A lui conviene che la partita non finisca in caciara, come si dice qui.
Proprio domani Lamela festeggerà 20 anni: con un gol più che farsi un regalo lo farebbe alla Roma moribonda. Mentre il Boro, già dal nome, è più a suo agio nei panni del combattente. Borini è inquadrato come un soldato: ligio, umile, professionale, mai una cena sopra le righe o un ritardo ingiustificato. Ma in campo sa essere imprevedibile come un guerrigliero: le sue incursioni hanno già prodotto sette gol, quanti ne ha fatti il pluricelebrato Osvaldo, e l’esordio in azzurro, applaudito da tutti. Il sapore del derby lo ha conosciuto a Londra: esordì con il Chelsea contro il Tottenham (3-0!).
ZITTO,ZITTO… E se invece giocasse Bojan? Con Luis Enrique non si può mai sapere, e qualcuno a Trigoria lo sussurra. Più che un western, nel caso, il derby sarebbe un film per bambini. Magari ancora più bello.