(A.Schianchi) La zampata finale merita un’analisi approfondita, una sorta di esegesi del gesto. Stiamo parlando del gol diMiroslav Klose che consegna il successo alla Lazio. Il pallone sta arrivando sui piedi di Matuzalem, in posizione centrale. Klose è in mezzo all’area, capisce le intenzioni del compagno e detta il passaggio. Come? Si mette con il corpo a far da scudo all’eventuale intervento del difensore, classico movimento da centravanti d’area. Matuzalem è bravissimo a pescare il tedesco che controlla il pallone con impressionante facilità. E con altrettanto impressionante facilità calcia in porta di destro a colpo sicuro. Pare tutto semplice, nella descrizione. Ma in realtà, in questa azione, ci sono momenti di alta tecnica calcistica: 1 il lancio di Matuzalem; 2 lo stop di Klose; 3 la rapidità di conclusione dell’attaccante della Lazio.
Ruolo Tra l’altro, numeri alla mano, va sottolineato come Klose sia il terminale più pericoloso della partita: 6 volte calcia verso la porta, e sono sempre problemi per Stekelenburg. L’attaccante della Lazio viene cercato con frequenza dai compagni: 8 passaggi di Hernanes per Klose, 5 sono i suggerimenti di Konko per la punta, 3 quelli di Ledesma. Segno che la squadra attribuisce al tedesco un ruolo fondamentale, va a pescarlo in ogni posizione del campo soprattutto in area, è ovvio. E Klose, alla fine, tocca 40 volte il pallone. Pochi gli errori 4 palle perse, buona la partecipazione al gioco collettivo 7 passaggi effettuati cui si deve aggiungere anche una «sponda» per l’inserimento di un compagno.
Gesto Osvaldo, nel confronto a distanza, tocca più palloni del rivale 49 contro 40, ma incide molto meno. E’ vero che tocca a lui aprire la partita e anche qui vale la pena di analizzare il gesto di Osvaldo. Il lancio che gli arriva è preciso, l’attaccante italo-argentino è abile a non farsi trovare in fuorigioco e dimostra ottima tecnica quando stoppa di petto il pallone e poi lo lascia scendere controllandone la traiettoria. Una volta che la sfera gli cade sul piede sinistro, Osvaldo è pronto a calciare rendendo inutile l’uscita di Marchetti.
Lancio Alla lunga Osvaldo risulta essere l’uomo offensivo più cercato dai compagni, soprattutto dopo che la Roma resta in dieci per l’espulsione di Kjaer. E’ Stekelenburg il giocatore giallorosso che più volte indirizza il pallone verso Osvaldo e ciò testimonia di quanto la Roma, nella ripresa, sia schiacciata nella propria metà campo e abbia bisogno di lanciare lungo la cosa non deve essere particolarmente gradita a Luis Enrique, teorico del possesso-palla e dei tocchi ravvicinati. Va evidenziato come l’attaccante tenti sempre di contribuire alla costruzione della manovra con i movimenti e con i passaggi: sono 7 le sponde per l’inserimento dei compagni. In sostanza Osvaldo dimostra di essere dentro i meccanismi della nuova Roma: da non dimenticare l’assist che porge al centro dell’area, nel finale della gara, per l’arrivo di Pjanic. Tutto sommato pochi gli errori 5 palloni persi, 2 dribbling falliti, 3 passaggi sbagliati. E Osvaldo si fa sentire pure con gli avversari: 3 falli commessi. Significa che lo spirito di sacrificio non gli manca.