(A. Angeloni) – Troppi i bocciati. Per età, per caratteristiche psico-fisiche, per inadeguatezza tecnica e soprattutto per incompatibilità tattica. Servono campioni, dice De Rossi. E ha ragione.
ROSI Un passo avanti e due indietro. Per restare sempre allo stesso punto di partenza. Non gioca più da ala, non ha ancora imparato a fare il terzino, almeno come lo intende Luis Enrique. Passano le stagioni, a maggio compirà 25 anni e non ha ancora fatto il salto di qualità. Ad oggi non si capisce se è un potenziale buon giocatore o solo uno modesto.
CASSETTI A bocciarlo ci ha pensato direttamente Luis Enrique che, strano ma vero, vedendolo le prime volte in dvd, aveva detto ai suoi dirigenti: ok, mi piace. Per poi impiegarlo certe volte come centrale di difesa, altre come esterno basso di tribuna. Sulla sua avventura con la Roma scorrono tristemente i titoli di coda.
PERROTTA Stesso discorso fatto per Cassetti. Bocciato dal tecnico dopo averlo esaltato a parole prima ancora di sedersi per la prima volta sulla panchina della Roma. Se Perrotta non fa il Perrotta, meglio qualsiasi altro giocatore. Terzino no, lasciamo stare.
JOSÈ ANGEL La Roma ha scommesso su di lui e ha perso. Timido, impacciato, nullo in fase offensiva, deleterio in quella difensiva, l’ombra del talento ammirato nella Liga. Sabatini sostiene che non esistono giocatori giovani o vecchi, esistono quelli bravi e quelli non bravi. Ecco, forse siamo davanti a uno non proprio bravo. E inadeguato. Giovane, però.
TADDEI Tanti complimenti a un atleta eccezionale e a un ragazzo che in questi sette anni di Roma ha dato più di quello che aveva dentro. Da un po’ gli fanno fare il terzino. Non è il suo ruolo e le pile sono scariche.
HEINZE Il suo carattere da guerriero piace tanto alla gente. La Roma lo ha preso come alternativa al centro della difesa. È diventato titolare per mancanza di avversari. Forse c’è qualcosa che non quadra. Alcune buone prestazioni, molti errori qua e là, derby compresi. Non del tutto affidabile.
KJAER Un calciatore perso dopo l’esperienza in Germania. Non s’è capito cosa gli sia successo veramente. Il calciatore visto a Roma fin ora, è improponibile. E per trattenerlo la società deve anche spendere. Un suicidio economico e tecnico.
JUAN Le qualità tecniche non si discutono, quelle fisiche un po’ sì, e non da ora. Quando sta bene, è il titolare inamovibile. Bravo nell’anticipo, nell’impostare l’azione, ottimo nelle chiusure. Il problema è: per quanto tempo sta bene in una stagione? Poco. E ora s’è nuovamente fermato. Stagione finita. La sua avventura alla Roma pure, forse.
GRECO Non convince fino in fondo, probabilmente più per questioni caratteriali che tecniche. Non dà mai l’impressione di essere un calciatore da grande squadra. A luglio compie 26 anni, quando la darà questa impressione?
SIMPLICIO Lo chiamano ciccio bello, oppure la palla pazza o con altri nomignoli riferiti al suo fisico non esile. Ma in campo ha sempre dato il massimo, a volte pure con buoni risultati. L’impressione è che la Roma – per un percorso di crescita – farà a meno di lui.
MARQUINHO Al suo arrivo la società ha dichiarato: «Ha caratteristiche che ci mancavano». Ma non mancavano terzini e difensori centrali? No, evidentemente mancava proprio Marquinho. Inutile fin ora.
BOJAN Faceva il tredicesimo a Barcellona, fa il tredicesimo a Roma. Altro?