(A.Catapano) – Ha ragione il c.t. dell’Under 21 Ciro Ferrara a dire: «Fabio Borini era un professionista già a 14 anni». Sì, già allora aveva l’equilibrio di un uomo adulto. Siamo di fronte ad un caso più unico che raro: di chi ha messo tanto vissuto dietro le spalle, riuscendo a mantenere un grande avvenire davanti a sé. Più che il «nuovo imperatore di Roma»,come lo ha definito ieri la stampa spagnola, Fabio Borini è un ragazzo per tutte le stagioni, ma non nella accezione negativa che solitamente se ne dà: anzi, per dire che ha un passato istruttivo, un presente importante e un futuro, chissà, forse glorioso. Scavando nella sua vita, per capire come sia arrivato fin qui, si scopre che qualunque istante, per la crescita di Fabio Borini, non è passato inosservato. Passato e presente Se Roma, probabilmente, sarà ricordata come la città in cui è diventato una stella del calcio italiano (al riguardo Ferrara non ha dubbi: «Fabio è appena arrivato al tavolo dei grandi e farà di tutto per rimanerci — giura il c.t. a RadioManà Manà—perché ha la testa giusta»), Londra è stata archiviata come tappa fondamentale, senza la quale nulla sarebbe stato lo stesso.
A Londra Borini è diventato un uomo, per la prima volta è andato a vivere da solo, ha imparato a cucinare, a fare a meno della mamma. Al Chelsea, con i consigli di Carlo Ancelotti, è diventato calciatore, imparando ad allenarsi con serietà, quindi a considerare il calcio non più solo un divertimento,mainnanzitutto un lavoro. Da affrontare con l’atteggiamento del professionista. «L’esperienza a Londra lo ha fatto maturare in fretta— ancora Ferrara —. Borini è un attaccante moderno, perché sa segnare e mette al servizio della squadra grinta, professionalità e una corsa impressionante, ma ha ancora grandi margini di miglioramento».Otto gol nelle ultime dieci gare lo hanno portato in cima alla classifica dei cannonieri romanisti, al primo posto nelle scelte di Luis Enrique, nel cuore dei tifosi giallorossi, perfino al centro dei pensieri di Cesare Prandelli. A Genova, il 26 ottobre, tutto cominciò, col primo gol romanista che fu come un annuncio al mondo. Col Genoa, lunedì, Borini intende aggiungere un capitolo al romanzo di questa stagione bella e dura, pazza ed esaltante, ancora da scrivere, con un finale tutto da scoprire, se in vacanza o all’Europeo. (…)