Manuel Gerolin, capo osservatori dell’Udinese e grande esperto di calcio sudamericano, è intervenuto ai microfoni de “La città nel pallone” sulle frequenze 99.8 di RadioIes per parlare delle recenti voci di mercato che in questa settimana hanno orbitato intorno a Trigoria. Ecco le sue dichiarazioni:
Giudizio sul primo anno della nuova Roma?
“Mi sembra che i risultati stiano dando ragione alla nuova dirigenza. E’ normale che per un ringiovanimento così bisogna avere pazienza e aspettare un pochino, però mi sembra che i frutti si stiano vendendo. La cosa positiva mi sembra che i più vecchi hanno sposato questo progetto come Totti e De Rossi che si sono messi a disposizione. Ogni anno bisogna sicuramente mettere quel mattone in più per colmare quel divario con le più forti”.
Dodò e Wallace?
“Tutti i giocatori che hanno qualcosa di interessante sono adatti al calcio italiano. Dodò lo conosco bene, è un esterno sinistro elegante che spinge molto bene. E’ logico che bisogna dargli tempo perché non si può pretendere tutto e subito dai giovani: è quello che facciamo ad Udine ma le pressioni sono minori. Mi sembra che anche il pubblico stia sposando questo progetto, è normale che bisogna scalare qualche posizione, ma mancano ancora tante partite e con i tre punti tutto è possibile”.
Avrebbe preso Luis Enrique?
“Sicuramente ci sono buoni allenatori in Italia, ma se è stata fatta questa scelta bisogna rispettarla. E’ un uomo molto equilibrato e in un allenatore vuol dire molto: se si sposa il progetto giovani si deve sposare anche Luis Enrique. C’è spazio per tutti”.
Perché non servirsi dei propri giovani?
“Ma se c’è un giocatore da valutare italiano, uno lo valuta: Borini mi sembra l’esempio più adatto, se uno è bravo, gioca. all’estero si spende un po meno, perché in Italia se uno fa vedere buone cose sono subito tutti su di lui. Dodò in Brasile per esempio ha già un campionato sulle spalle e un bagaglio di esperienza da portarsi in Europa, ma se i nostri fanno vedere che sono di un buon livello, ben venga l’Italiano”.
Si cerca all’estero per muovere anche l’economia?
“Ma no, l’economia si muove anche in Italia. L’importante è che il giocatore sia buono: ad Udine abbiamo sia tantissimi stranieri che tanti italiani che quando sono buoni non ce li facciamo scappare. Tante volte però giochiamo d’anticipo e prendiamo giocatori all’estero”.
Idea sulla nuova dirigenza giallorossa?
“Walter lo conosco da anni, ho fatto addirittura il corso di direttore sportivo insieme a lui. Lo reputo una persona capace e interessante e lo ha dimostrato. La linea è quella: andare a pescare giocatori giovani e interessanti per poi proporli in Italia, la società e Baldini sono d’accordo e la linea mi sembra perfetta”.
Accordi commerciali della nuova Roma?
“Mi piace molto e sapevo che bisognava dargli del tempo. Si parla di Roma e non di Udinese, questo progetto va benissimo, ma bisogna aspettare due tre anni come ha detto la società”.
Isla?
“Lui come Asamoah, Handanovic, Benatia è richiesto da grandi squadre. La Roma è una grande ed è normale se ci sia stato un contatto”.
Danilo?
“Sapevamo che era un giocatore già pronto perché aveva già fatto 5 campionati in Brasile ed era ben rodato. L’impatto positivo a questi livelli se lo è meritato e questo fa anche parte dell’intelligenza di un giocatore”.
Ricordi del 5-0 contro il Bordeaux?
“E’ un bel ricordo che è ancora vivo, perché non ne facevo tante di doppiette in coppa Uefa. Arrivammo in finale che purtroppo perdemmo con l’Inter”.
Era un’altra coppa?
“Era un’altra coppa, perché volevano vincerla tutte e quindi diventava una coppa di un livello altissimo”.
Fonte: La città nel pallone, RadioIes