«Siamo tranquillissimi, ma abbiamo voluto dare spiegazioni lunghe ed esaustive». Tre ore di interrogatorio in procura federale per l’ex difensore del Lecce, Stefano Ferrario (oggi al Parma), per «rispondere a tutte le domande» e rispedire al mittente, il pentito Gervasoni, le accuse di presunta combine su Lecce-Lazio (2-4) dello scorso 22 maggio. Sì, perchè se è vero che il superpentito, nel suo interrogatorio, non ha mai fatto il nome di Ferrario, è altrettanto vero che l’ex Piacenza ha raccontato di 6-7 giocatori del Lecce corrotti dagli ‘zingari per manipolare Lecce-Lazio (2-4) del 22 maggio 2011. «Gegic mi disse che tramite Zamperini, lui e gli slavi si misero in contatto con Mauri della Lazio per manipolare la partita – racconta – Successivamente avuto questo contatto con Mauri furono corrotti sei o sette giocatori del Lecce tra i quali ricordo solamente Benassi e Rosati». A parlare direttamente di Ferrario è stato invece l’amico Zamperini. Nel suo interrogatorio, l’ex calciatore ha spiegato di essere stato a Lecce (con Ilievski che gli fece pressioni per avvicinare qualche giocatore della formazione salentina) prima del match con la Lazio della scorsa stagione, proprio per i suoi rapporti di amicizia con l’ex giallorosso, oggi al Parma, negando però qualsiasi tipo di coinvolgimento del difensore, che non giocò quella partita. «Il mio principale amico del Lecce è Stefano Ferrario – racconta Zamperini – a cui è impossibile fare un discorso simile. Non volevo neanche andare a dirgli niente, perchè è giovane, e sta per iniziare proprio adesso». A Ferrario, gli 007 della procura federale potrebbero aver chiesto anche di Inter-Lecce (1-0) del 20 marzo 2011. A parlare di quel tentativo di combine è stato Erodiani, che nel suo interrogatorio fece proprio il nome del difensore leccese. «L’accordo era che il match dovesse finire con un »over« – spiega – Con un gol del Lecce, prima dell’Inter. Prima di entrare in campo ci fu un ripensamento. E i giocatori dell’Inter non accettarono. Me lo disse Daniele Corvia (giocatore del Lecce ndr) che gli ‘zingarì avevano corrotto insieme a lui Rosati, Ferrario e Vives».
Fonte: Ansa