(R. Maida) – Se la Roma cerca i campioni e i ragazzi, esiste un attaccante che risponde a tutti e due i requisiti: gioca in Spagna, è italiano, ha appena compiuto 25 anni e ha già segnato oltre 100 gol in carriera. Eccolo un obiettivo plausibile: Giuseppe Rossi, qualità e quantità, il rinforzo perfetto. Fermo dal mese di ottobre per colpa di un legamento crociato, ha potuto seguire da lontano le vicende del Villarreal che è finito a lottare per la salvezza. (…) Ma a fine stagione vorrebbe tornare in Italia, nel campionato che ha assaggiato soltanto per pochi mesi nella prima parte del 2007 (Parma: 19 partite, 9 gol).
I SEGNALI – La scorsa settimana, intervistato da questo giornale, Rossi aveva manifestato entusiasmo per il calcio alla catalana di Luis Enrique, inviando un messaggio chiaro a Trigoria. Ieri il concetto è stato ripetuto dal procuratore, Federico Pastorello, intervistato dal sito pagineromaniste.com: «Con Giuseppe abbiamo parlato molto della Roma. Essendo un grande estimatore del calcio spagnolo, considera l’idea di Luis Enrique positiva. Per questo non chiudiamo le porte a un possibile trasferimento.
Le persone che compongono l’attuale società sono una garanzia. Conosco da una vita Franco Baldini. E Walter Sabatini è uno dei migliori intenditori di calcio» .
LA TRATTATIVA – Quanto può costare Rossi? «Non penso bastino 15 milioni – chiarisce Pastorello – ne servono almeno 20. Di sicuro Giuseppe vorrebbe tornare in Italia, anche in un club senza Champions League se fosse attratto dalla proposta» . La Roma ci pensa, senza fretta. Sta valutando la fattibilità dell’operazione, consapevole del gradimento del giocatore. Ma Sabatini non dimentica le difficoltà nella trattativa della scorsa estate per l’acquisto di Nilmar. Con il Villarreal del presidente Roig è difficile venire a patti. Bisogna pagare quanto viene chiesto. A soccorrere la Roma, però, può essere proprio l’infortunio di Rossi, che dopo un anno praticamente perso si è un po’ svalutato (…) se Luis Enrique giudicherà Rossi “giusto” per caratteristiche e carattere, più di Nilmar a cui preferì Osvaldo, i dirigenti faranno il massimo per accontentarlo.