Kjaer(a) quel ragazzo che nel secondo tempo di Milan – Roma ha tentato un cucchiaio ad Abbiati, terminato alto? Qualcuno risponderebbe il Capitano, altri Totti, altri quel numero 10 finito come Del Piero. Io risponderei che é stato l’unico che a San Siro di cucchiaio ha segnato da fuori area e che ha replicato in un derby. Non si tratta di una difesa provinciale e aprioristica del giocatore piú forte della storia giallorossa, ma di un’analisi amara di come a volte tutto viene strumentalizzato per portare acqua a mulini oramai abbandonati. Ci si arrabbia con Totti perché é ancora lui che deve portare avanti la baracca, colui che deve correre,fare assist e segnare. Nessuno invece riesce a vedere la mediocrità del contorno, il piattume globale in cui la squadra é sprofondata. Un pericoloso limbo che blocca la “proposta” (aparecida) delle ultime giornate. Difesa bassa, terzini bloccati e nove uomini dietro la linea del pallone. Mister,che fine ha fatto la Roma? Sorge spontaneo chiederselo e comprendere Sabatini quando dice di dover “aspirare a diventar qualcosa”. Noi siamo tipi semplici che “se sentimo importanti anche quando nun contamo niente” ma fieri di un’identità, oggetto scomparso dalla parte di Trigoria. Un gruppo di giocatori senza animo e mordente in campo per 90 minuti alla ricerca di se stessi. Il mediocre campionato ti aspetta e basteranno sei punti con Novara e Lecce per risentirci nuovamente forti. Ma sarebbe un riflesso delle debolezze altrui e non della nostra forza. Una preghiera mister, torniamo testaccini e sfrontati, centellinando le presenze di campioni a quelle di figuranti, alla ricerca peró della nostra strada ed in bella vista il nostro futuro. Perché a Milano, la sensazione non é stata di una tappa di un processo, di una sconfitta evitabile ma di una preoccupante fase di stallo di un’idea, un giro a vuoto,di una vera e propria occasione mancata.
A cura di Andrea Di Carlo