Amedeo Mangone, allenatore della Reggiana ed ex difensore giallorosso, contattato dal sitoVoxpopuliromani.it, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Roma, in particolare sul collega Luis Enrique e sulla sconfitta subita al derby.
Questa l’intervista integrale:
Da questa estate per la Roma è iniziato un nuovo corso, è partito un nuovo progetto. E’ cambiata la società, lo staff dirigenziale, è cambiato l’allenatore e sono cambiati anche molti giocatori. Che idea si è fatto su Luis Enrique e cosa ne pensa della sua mentalità?
“Ho ottime impressioni, Luis Enrique mi piace molto. Lo considero un innovatore: sta cercando di introdurre elementi nuovi nel nostro calcio. Apprezzo molto la sua mentalità spagnola e la sua filosofia di gioco: in particolare condivido l’idea di scendere in campo con la voglia di tenere sempre il pallino del gioco, di fare possesso palla. Certo, non è un concetto facile, ma sono fiducioso. Lo ritengo un progetto valido”.
Crede che questo nuovo modo di vedere il calcio possa attecchire anche in Italia?
“Sì, io penso di sì. La Roma ha cambiato molto, ha rinnovato parecchio. Ha inserito nella rosa elementi giovani e di qualità. E’ un progetto a medio-lungo termine che credo, e mi auguro per i tifosi della Roma, porti la squadra a vincere di nuovo. Ci vuole pazienza e bisogna saper aspettare. Il progetto è valido e va difeso. Non si può buttare tutto per una sconfitta, anche se amara come quella di domenica”.
A proposito di derby: cos’è che, secondo lei, non ha funzionato domenica? Cosa è mancato alla Roma?
“Alla Roma mancavano giocatori importanti e di esperienza come Totti o come Pizarro e Burdisso, che sono entrati solo nella parte finale. Comunque, nel primo tempo, in undici contro undici, la Roma non mi è dispiaciuta. Certamente l’episodio sfortunato di Kjaer ha condizionato non poco la gara. La Lazio, che veniva da cinque derby persi consecutivamente, ha cercato la vittoria con più insistenza e con la superiorità numerica ha preso coraggio. Tornando al discorso di prima, anche la sostituzione di Perrotta è un esempio della mentalità di Luis Enrique. E’ un cambio che condivido. Ha preferito far uscire un centrocampista e, quindi, lasciare dentro entrambi gli attaccanti; voleva dare un segnale alla sua squadra e agli avversari, ha dimostrato una mentalità diversa. Visto e considerato che la Roma ha preso il secondo gol a dodici secondi dalla fine non possiamo dire che sia andato poi così lontano dal giusto. Anche Mourinho, con l’Inter, a Barcellona, una volta rimasto in inferiorità numerica ha lasciato dentro due punte, una mentalità vincente questa”.
Lei ha giocato due stagioni con la Roma e in panchina c’era Fabio Capello.
“Quella era la Roma dei secondi tempi; tanti di quei 75 punti sono arrivati nelle seconde frazioni di gioco. Questa Roma, invece, sembra fare l’esatto contrario: troppo spesso rientra dall’intervallo un po’ troppo morbida, sembra deconcentrata”.
Lei, che ha vissuto quello spogliatoio, e, che vive lo spogliatoio tuttora con la sua Reggiana, che idea si è fatto a riguardo? Crede sia un discorso di come l’allenatore gestisca il gruppo nell’intervallo?
“Mah…è difficile da dire. Ci sono situazioni e situazioni. In questo caso non credo possa incidere l’allenatore. Sicuramente è più un discorso legato ai giocatori, alla loro maturità. La Roma, per esempio, ha molti giocatori giovani e cali di tensione possono capitare. Per quanto riguarda il calo di rendimento nel secondo tempo, noi giocavamo in maniera diversa. Avevamo più qualità, i ritmi erano diversi e potevamo gestirci meglio, spesso ricorrevamo ai lanci lunghi. Il gioco di Luis Enrique, invece, è molto dispendioso e richiede una intensità molto maggiore; ci può stare un calo nella parte finale”.
Luis Enrique è ancora in fase di sperimentazione. Sta cambiando molto, anche in difesa. Sembra stia ancora cercando la sua coppia titolare di centrali. Amedeo Mangone allenatore della Roma chi schiererebbe al centro della difesa?
“Difficile decidere da esterno; son convinto che il tecnico, vedendoli tutti i giorni e vedendo la loro condizione, abbia fatto, di volta in volta, sempre le scelte migliori. Sicuramente tiene conto anche delle caratteristiche dei giocatori avversari. Per quanto mi riguarda, sulla carta dico Juan e Burdisso, perché, senza nulla togliere agli altri, oltre ad essere molti forti hanno una grandissima esperienza nel Campionato italiano. Mi piace anche l’idea Heinze, perché, essendo mancino ed avendo anche fatto il terzino, ha più facilità nel coprire la fascia sinistra quando De Rossi arretra sulla linea della difesa”.
Per chiudere, cosa si aspetta dal Roma-Palermo di Domenica? Crede che la Roma possa reagire già dalla gara contro i rosanero?
“Si, credo subito in una reazione. La Roma ha giocatori importanti, ha tanta qualità. Ha tutto per ripartire e per lasciarsi subito il derby alle spalle”.
Fonte: Voxpopuliromani.it