A pochi giorni dalla partita dell’Olimpico tra Roma e Novara, Pasquale Sensibile, ex Direttore Sportivo dei piemontesi e grande amico di Walter Sabatini, è stato contattato dalla redazione di Gazzettagiallorossa.it, per esprimere un giudizio sulla partita e sull’operato della società giallorossa, con un occhio di riguardo al suo passato a Novara. Ecco le sue parole:
Giudizio sulla Roma?
“La Roma ha avuto il grandissimo coraggio di portare avanti un cambiamento radicale nel calcio italiano, certo poi, un po di sali e scendi andava messo in preventivo, ma la società sta gestendo tutto con grande qualità da parte di dirigenti e di un allentore che mi piace tantissimo. La Roma è una squadra piena zeppa di campioni”.
Un ricordo dei suoi trascorsi a Novara?
“Quella col Novara è stata la mia prima esperienza da solo in Serie C. Fu una cavalcata trionfale, poi quest’anno abbiamo scelto di prendere strade diverse. Come era prevedibile stanno passando diverse difficoltà, per il primo anno in A, per il cambio di allenatore, ma ora con il ritorno di Attilio, si sta vedendo quella che vuole dalla squadra”.
Roma-Novara?
“La Roma sulla carta è avvantaggiata, e non dovrà prendere sottogamba l’impegno. Sono sicuro che non lo farà, e se sarà così emergerà tutta la differenza che c’è con il Novara, con tutto il rispetto per loro”.
Avrebbe rischiato come ha fatto la Roma con questo progetto?
“Tutto quello che è qualitativo, è legittimo portarlo avanti con convinzione e sotto gli occhi di tutti. In altri paesi può sembrare normale e c’è bisogno di tempo per i cambiamenti che puntano sui giovani non affermati, ma che diventeranno campioni. A fine campionato si tireranno le somme”.
Quanti anni ci metterà la società ad attuare il progetto?
“Non vivendo a Trigoria non so. Si parla tanto di progetto, ma quest’ultimo lo fa il quotidiano, non le parole”.
Quanto è difficile cambiare in Italia?
“E’ difficile, calcisticamente siamo un paese pigro e pensiamo di essere quelli che fanno le cose meglio degli altri, ma non abbiamo l’umiltà di copiare e riconoscere i meriti agli altri. C’è in atto un ricambio generazionale dal punto di vista dei dirigenti, che si devono prendere la responsabilità di fare cose nuove, ma non il calcio che è stato inventato solo una volta”.
Un messaggio da amico a Sabatini?
“Gli auguro di realizzare tutti i suoi sogni che conosco e so che faranno la gioia dei tifosi romanisti”.
A cura di Nicolo’ Ballarin